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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

Il diavolo probabilmente

La dissoluzione totale del mondo contemporaneo impersonata dal giovane Charles . Nichilismo e autodistruzione si mescolano in un’ opera disperata dove la rabbia stenta a trovare sfogo. Cinicamente Bresson ipotizza con il titolo del suo film che tutto sia colpa di un essere sovrannaturale e maligno che ingabbia l’ uomo fra i suoi inganni. Ma la realtà pare essere quella di un uomo vittima di se stesso e perseguitato dalla sua natura devastatrice. La parabola di un giovane svogliato è quella della società moderna . Bresson non ha limiti di pessimismo. La distruzione abbraccia tutto, persone, cose, natura. Il regista ha voluto profondamente il film, frutto di un suo soggetto e della sua sceneggiatura. Voleva ricordare con un urlo disperato tutto quello che si è perso per strada. Maestria nell’ uso del sonoro come sempre. I passi in una Parigi notturna e desolata, le voci sommesse degli attori, lo sparo che echeggia nel cimitero di Père Lachaise, i rumori della strada, freddi e meccanici,

La rapina perfetta

Ci sono film che sorprendono per il fatto che spiazzano. Perchè sono capaci di cambiare registro e virare di rotta in modo repentino ed inaspettato, rapidi e sconvolgenti come un colpo di pistola alla tempia. Alcuni lo fanno deludendo le aspettative della prima parte e altri invece che sollevano notevolmente il favore dello spettatore per una scelta intelligente e coraggiosa. La rapina perfetta appartiene al secondo tipo. Londra , 1971 : Terry, un venditore di automobili con problemi economici dedito alla piccola criminalità, viene contattato da una modella del quartiere – e sua vecchia fiamma – per un colpo alla banca di Baker Street. Per Terry è l’occasione che aspettava da tempo: mollare tutto, saldare i debiti e ricominciare una nuova vita con sua moglie e le sue figlie. Il piano è semplice: scavare un tunnel che porta direttamente al caveau della banca e svuotare le cassette di sicurezza fino all’ultimo centesimo. Ma ciò che sembrava un semplice colpo, si trasforma in un gioco cri

La mala ordina

Luca Canali è un pesce piccolo. Fa il magnaccia in un parco milanese e non disturba nessuno. Ma il boss Vito Tresoldi gli scatena contro i suoi uomini e due spietati killer statunitensi. Questo perché ha fregato un boss della malavita nel Nuovo Continente rubandogli una partita di eroina e deve trovare un capro espiatorio facile da eliminare. Ma le cose non vanno per il verso giusto e Canali si rivelerà un osso troppo duro. Gli ammazzano la figlia e la moglie dal quale è separato e da quel momento viene pervaso da una rabbia cieca che lo porterà ad eliminare tutti gli uomini che gli vogliono fare la pelle. Finirà per arrivare al cuore del potere ad ammazzare il boss locale. Di Leo firma un capolavoro del noir sfuggendo facili analisi sociologiche e psicologiche e badando al sodo di una vicenda dalle sfumature hitchcockiane. Un uomo cade preda di forze infinitamente più grandi di lui e per sopravvivere deve scoprire una forza che non pensava neppure di avere. Canali è un anti eroe cinic

Il terzo uomo

In una Vienna devastata dalla guerra la moda è quella del contrabbando. Tutti si arrangiano per tirare avanti, per proseguire, lasciarsi alle spalle l’inferno e ricostruire una civiltà distrutta dalle orde guerreggianti. In questo ambiente arriva il giovane scrittore Holly Martins che deve incontrare il suo amico Harry Lime. Ma, una volta raggiunta la soglia del suo appartamento, scopre che è morto in un tragico incidente. La versione dei fatti che apprende non lo convince e comincia ad indagare per conto suo fino a scoprire la tragica verità dell’amico e sulla realtà che lo circonda. Chi era il terzo uomo che il portiere del palazzo in cui abitava Harry ha visto sulla scena della tragedia? Un eccezionale cast, Joseph Cotten, Alida Valli, Orson Welles. Un regista in stato di grazia, Carol Reed. Una straordianria sceneggiatura scritta dal grande scrittore Graham Greene. Una fotografia magistrale, dal taglio espressionista di Robert Krasker che vinse meritatamente l’oscar. Tutti questi

La battaglia dei tre regni

Anno 208: sono i giorni finali della dominazione della dinastia Han. Il primo ministro Cao Cao convince l’imperatore che l’unico modo per riunire tutta la Cina è dichiarare guerra ai regni confinanti di Shu e di Wu dell’Est: parte così una campagna militare d’inedite proporzioni, condotta dallo stesso Cao Cao. Per contrastare le forze che li stringono sotto assedio, i due regni attaccati decidono di stringere un’alleanza. Sarà l’inizio di una guerra combattuta per terra e sulle acque del fiume Yangtze, che culminerà nella Battaglia delle Scogliere Rosse, il cui andamento segnerà tutta la storia della Cina a venire. Gigantismo e dinamismo si miscelano alla perfezione nell’ultima opera di John Woo. Regista che si mostra capace di dirigere un’opera corale piena di comparse, battaglie, spazi infiniti, e microcosmi soggettivi. Un’opera che richiama la maturità narrativa del regista che ha alle spalle già alcuni capolavori ma cui mancava forse un grande film in costume per poter sfoderare tu

M

M. il mostro di Dusseldorf è il primo film sonoro di Fritz Lang. E’ un film del 1931 ma mantine, ancora oggi, un invidiabile livello di suspence e un ritmo capace di tenere testa ai migliori thriller odierni. L’aspetto più interessante sta nell’uso, geniale e sorprendentemente maturo che Lang riesce a fare del sonoro. La scena della madre che attende invano il ritorno della piccola Elsa dalla scuola, la sua voce che si perde nel vano delle scale vuote rimane nella memoria. E che dire dell’inquietante e ossessivo ripetersi del fischio ( che zufolava lo stesso Lang, voisto che il protagonosta non ne era capace) indizio, per i personaggi e gli spettatori, della presenza del mostro nei paraggi?. Una volta che conosciamo il volto di questo mostro rimaniamo spiazzati. Non ha nulla di malvagio o di diabolico. La figura e la voce petulante di Peter Lorre (un ruolo che lo farà entrare fra i maggiori interpreti del noir di sempre), risulta sconcertante. Il tribunale dei fuorilegge, deciso a sbar

Holocaust 2000

Holocaust 2000 è un interessante divagazione del genere apocalisse – anticristo. Si tratta di un lavoro del 1977 di Alberto De Martino che ha il pregio di sfornare un prodotto internazionale seppur agendo e facendo un film tutto nostrano. Il taglio internazionale è dato dalla star assoluta Kirk Douglas e dal taglio registico molto composto e semplice di De Martino che riesce a trovare inquadrature efficaci, narrative e fluide. Un industriale potente e influente vuole costruire una centrale nucleare per dare prosperità a zone del terzo mondo in preda alla fame e alla disperazione. Quanto c’è di filantropia e quanto interesse economico? Non lo scopriremo mai del tutto anche se nel corso della visione ci rendiamo conto che lo spessore morale e il cinismo del grande uomo d’affari non è nella media dei suoi colleghi spregiudicati e incapaci di avere una crisi di coscienza. Piano piano riusciamo a comprendere che l’apocalisse non è altro che la devastazione ecologica che metterà l’um

Sherlock Holmes

Dopo avere riguardato tutti gli episodi della serie in stretto ordine cronologico posso affermare con assoluta certezza che la serie della Granada Television sulle avventure del padre di tutti i detective, Sherlock Holmes da Baker Street è la più esaustiva, fedele e bella rappresentazione dei racconti di Conan Doyle sullo schermo. L’interpretazione di Jeremy Brett è la migliore, la più intensa, precisa anche nelle sfumature del personaggio interpretato. Riesce a rendere tutti i particolari del complesso uomo che fu Mr. Holmes. Riporto di seguito la scheda da Wikipedia per tutti coloro che intendessero appassionarsi alla serie. Qui sotto il link del precedente post nel nostro blog. http://cineclubran.blog.tiscali.it//A_tutti_gli_appassionati_di_Sherlock_Holmes__ll_mito_di_Sherlock__1557519.shtml Le avventure di Sherlock Holmes (serie televisiva) . Titolo originale: Sherlock Holmes Nazione: Regno Unito Anno: 1984 – 1994 Formato: serie TV Genere: Giallo Stagioni: 9 Puntate/episodi: 41
Franco e Ciccio in una rivisitazione per metà de " La grande fuga" e per metà di "Indovina chi viene a cena?". I due compagni passano per una serie di peripezie che li porta alla prigionia in un campo di lavoro tedesco perchè scambiati per due marines. poi ad una fuga vertiginosa e fortunosa, ancora in una serata di gala nazista dove il loro compagno di fuga (un uomo di colore) impersona completamente fasciato nientemeno che il generale Von Krantz, infine i due trovano la pace in un idilliaco maniero bavarese in una vita semplice e sana. Ma il germe della guerra ha contagiato Franco che irreggimenta un gregge di pecore con furia guerrafondaia. Come al solito la trama del film non è altro che un pretesto per mettere il duo in situazioni adatte a far esplodere la loro comicità pirotecnica e naturale. Una serie di snodi narrativi deboli che però vengono presto dimenticati dallo spettatore impegnato a godersi le evoluzioni di Franco e la magnifica compostezza idiota di