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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Bersaglio di notte

Un noir metropolitano per metà, con uno sfondo poliziesco per l’altra. Penn mischia magistralmente le vicende investigative e personali del protagonista il detective privato Harry Moseby, interpretato da uno straordinario Gene Hackman. Il suo compito è quello di indagare sulla scomparsa di una ragazza ricca e di riportarla a casa. Il suo compito non sembra presentare molte difficoltà ma la realtà è molto diversa da quella che appare e Moseby si troverà invischiato in un gioco pericoloso fatto di contrabbando e criminali senza scrupoli. A questo si affianca parallelamente il naufragio del suo matrimonio che sembra non poter reggere il peso della sua attività e delle sue nottate fuori di casa. Penn fa di un film dalla trama sufficiente e dalle potenzialità non elevate un vero capolavoro del genere. Ci riesce mantenendo una regia sobria capace di elevarsi in momenti da antologia nei momenti decisivi. Una prova su tutte è data dalla sequenza finale girata superbamente e con virtuosismi all

Killer's kiss

Primo film di Kubrick. O meglio il secondo. Ma a tutti gli effetti l’esordio assoluto. Molti infatti sanno che l’opera prima “Fear and Desire” è stata accantonata, negata e misconosciuta dal proprio autore. Kubrick stesso ebbe a dichiarare che “Fear and desire” era una storia interessante fatta senza alcuna perizia. Invece “Killer’s Kiss” era una storia non molto avvoncente e innovativa ma fatta con una certa dose di esperienza. Vista l’attenzione per la parte tecnico-formale delle sue opere non sorprende affatto che l’autore consideri questo il suo esordio cinematografico. Effettivamente la storia non ha nulla di eccezzionale. Strutturata come un lungo flashback, è un noir nerissimo che si aggira per i bassifondi di una New York notturna. Un uomo aspetta nervosamente davanti alla stazione. Cosa? Chi? Lo sapremo solo alla fine, dopo che ci verrà chiarito tutto il percorso che porta il protagonista sino a li. Si tratta di un pugile fallito che si trova implicato nel rapimento della sua

La messa è finita

Moretti trova un equilibrio magnifico fra il suo essere giornalista e regista. La messa è finita rimane un’opera importante per il nostro cinema. Un’analisi intelligente e appassionata della crisi generazionale degli anni ‘80. Moretti ha avuto sempre un punto fermo nel suo cinema: quello di parlare di generazioni disilluse e smarrite. Lo ha fatto per i post-sessantottini in Ecce Bombo – Bianca, poi con Palombella Rossa e Aprile ha analizzato la scomparsa di una politica e società comunistoide crollata dopo il muro di Berlino. Il film è essenziale in tutte le componenti del suo linguaggio. Forse per questo motivo maggiormente efficace. La figura del prete, interpretato dallo stesso Moretti, condensa una serie di paure e dubbi di un’intera epoca. Il fatto che questi dubbi si svolgano nell’animo di un religioso non fa altro che estremizzare i conflitti e le scelte del suo essere. Si parla principalmente di un uomo fuori posto, che non riesce a trovare la pace e gioia che sempre proclama,

Blob fluido mortale

Blob è un film ingegnoso e scorrevole che si propone come un ottimo proseguimento della miscela fra fantascienza ed horror inaugurata dal film di Siegel "L’invasione degli ultracorpi" rimasto ancora oggi il vertice di questo stuzzicante incrocio di generi e della fantascienza in generale. La vicenda si svolge nell’arco di una sola notte. Un meteorite cade nei pressi di una tranquilla cittadina americana nascondendo al suo interno un essere alieno dalla struttura gelatinosa e fluida dotato di volontà e intelligenza proprie. L’essere comincia a cibarsi-assimilare tutti gli abitanti che capitano sul suo cammino. Mano a mano che la strana creatura uccide e ingloba gli esseri umani la sua dimensione cresce fino a permettergli di assumere proporzioni gigantesche. Una coppia di giovani si accorge per prima del pericolo che minaccia la comunità ma, inizialmente, nessuno vuole credergli. Solo alla fine, quello che sembrava un assurdo scherzo giovanile, troverà una tragica conferma. So

I corpi presentano tracce di violenza carnale

All’interno dell’Università di Perugia si aggira un serial killer spietato che uccide ragazze infierendo sui loro corpi. Un gruppo di amiche decide di allontanarsi dalla città per distrarsi un po’ in una gita in una villa arroccata sopra un paesino. Ma l’assassino le segue perché una delle giovani sa troppo di lui e si ricorda di aver visto il suo foulard rosso e nero.Una trama che non promette nulla di nuovo e di buono per questo thriller tutto all’italiana. Eppure alla fine della visione non si pensa certo di aver perso tempo. Merito soprattutto della seconda parte della pellicola. Se nella prima ora ci troviamo davanti a molti degli stilemi del genere ed assistiamo ai difetti di sceneggiatura ricorrenti in questo tipo di film, nella seconda facciamo un grande passo in avanti e assistiamo ad una lezione di creazione della suspense per immagini. La presentazione dei personaggi e il loro spessore psicologico sono del tutto standardizzati e abbastanza banali così come la recitazione che