tag:blogger.com,1999:blog-83444627459519376632024-03-13T12:37:31.014-07:00TheCineClubRanSalvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.comBlogger75125tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-42580512000625013832012-07-17T01:07:00.000-07:002012-07-17T01:07:08.430-07:00Detour<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://horrornews.net/wp-content/uploads/2011/01/Detour-Snarveien-5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://horrornews.net/wp-content/uploads/2011/01/Detour-Snarveien-5.jpg" width="226" /></a></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Al Roberts</b> è Un pianista mezzo fallito che suona in un locale per mantenersi a galla. Culla sogni di gloria ma oramai pare essere un disilluso inappagabile. Decide di andare a trovare la sua amata Susy a Hollywood, dove si è recata per cercare quella fortuna che a lui sembra ormai preclusa. Nel viaggio sarà travolto da avvenimenti surreali e si troverà imprigionato da un destino che ha scelto di condurlo in posti dove non voleva assolutamente andare.</div>
<br />
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Ulmer</b> si muove su un canovaccio noir abbastanza consueto ma solo per rinnovarlo e capovolgerlo dall’interno. La riflessione che ne scaturisce è tutt’ altro che banale. E’ l’uomo a scegliere e determinare il destino con le proprie azioni o siamo in balia di forze estremamente più grandi di noi, contro le quali è inutile combattere? Si tratta sostanzialmente di un “on the road”, narrato dal punto di vista del protagonista che, con un lungo flashback, attende arrendevole la nuova mossa che il destino gli ha riserbato.</div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Il film presenta dei difetti dal punto di vista della sceneggiatura e dal punto di vista tecnico. Le retro proiezioni sono pessime. Alcuni passaggi della storia risultano troppo forzati, nonostante il fatto che si tratti di un film profondamente surreale. Non mancano tuttavia delle scene intriganti, come l’ omicidio involontario di Vera che viene strangolata dal cavo del telefono da Al nel tentativo di impedirle di telefonare alla polizia. La scena è un lungo piano sequenza di alcuni minuti. I due protagonisti sono separati da una porta chiusa. Ognuno ignora quello che effettivamente l’ altro sta facendo. Eppure le loro azioni li renderanno vittima e carnefice inconsapevolmente. Questo da un’ idea della geniale maniera in cui il film lega avvenimenti e personaggi apparentemente estranei, ma che paiono seguire un preciso piano intessuto da forze superiori.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://dcairns.files.wordpress.com/2008/06/detour2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="242" src="http://dcairns.files.wordpress.com/2008/06/detour2.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Il film è un mito, soprattutto negli ambienti cinefili idolatri degli B-Z Movie e in gran parte rivalutato e fatto conoscere in Italia da quei registi di genere come Lucio <b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Fulci </b>e Umberto <b style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Lenzi</b> che hanno sempre perseguito una dinamica autoriale ed economica simile a quella di Ulmer.</div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://lucianoidefix.typepad.com/.a/6a00e3981d8c15883301127919927f28a4-800wi" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://lucianoidefix.typepad.com/.a/6a00e3981d8c15883301127919927f28a4-800wi" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In principio lo volevo definire un buon film, un poco datato ma buono. Poi ho scoperto che è stato girato in sei giorni spendendo una cifra con la quale molti registi non riuscirebbero neppure a girare un primo piano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco perché lo definisco un film geniale.</div>
<br />
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
Salvatore Floris</div>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-72903239641925911872012-03-05T08:09:00.000-08:002012-03-05T08:09:46.946-08:00L'ingorgo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/ingorgo_marcello_mastroianni_luigi_comencini_003_jpg_kpet.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/ingorgo_marcello_mastroianni_luigi_comencini_003_jpg_kpet.jpg" width="223" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Film molto amaro e cinico, capace di alzare il velo sulla natura peggiore del popolo italiano con una straordinaria metafora sul senso della vita e il non senso della società industriale. Visto oggi si comprende la validità dell'opera perchè, a distanza di trent'anni, risulta ancora attualissima. La prova del tempo, per un'opera, è sempre la più difficile.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Luigi Comencini ci porta dentro un grande ingorgo nelle vicinanze di Roma che blocca centinaia di automobilisti nel loro continuo esodo. La situazione fa emergere mille storie, aspirazioni, frustrazioni, sogni, rancori e pensieri che si mescolano nella soffocante immobilità della strada bloccata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="http://www.claudiocolombo.net/FotoDVD/lingorgo5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.claudiocolombo.net/FotoDVD/lingorgo5.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un grandissimo cast di attori raffinati ed efficaci cerca di rappresentare gli egoismi di una società malata, nevrotica e incapace di soffermarsi a godere della lentezza e del silenzio, indaffarata ad andare in nessuna vera direzione ed eternamente incompiuta, insoddisfatta. Un cimitero di macchine sovrasta le vetture vive e rombanti ma ugualmente immobili perchè costrette a logiche di mobilità assurde e congestionanti, i pilastri della variante autostradale si stagliano nudi, freddi ed incompiuti per via delle solite difficoltà burocratiche a portare a termine il progetto, una casa sta in bilico sullo scavo perchè il proprietario si rifiuta di abbandonarla, anche se sta proprio in mezzo a dove deve passare la nuova strada.</div>
<div style="text-align: justify;">
Queste sono tutte metafore della società italiana del tempo e anche di quella attuale. La storia stessa del nostro paese dimostra la verità di quell'ingorgo.</div>
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.associazioneclaramaffei.org/claraCMS/front/sezione/low/CINEMA/attualita/arch/Comenciniingorgo2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.associazioneclaramaffei.org/claraCMS/front/sezione/low/CINEMA/attualita/arch/Comenciniingorgo2.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I personaggi sono monadi della situazione generale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad esempio il moribondo in ambulanza (Ingrassia) si interessa soltanto di quanto potrà ottenere con il risarcimento perchè lo hanno investito sulle strisce. Gli infermieri invece si disperano perchè l'ingorgo li farà arrivare tardi per vedere la partita della nazionale di calcio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un gruppo di distinti signori assiste passivo allo stupro di una ragazza da parte di tre giovani della "Roma bene" che scendono dal loro Range Rover per compiere il fattaccio in impeccabili vestiti bianchi. I quattro signori non fanno nulla per impedirlo perchè tanto "Non è mica figlia mia quella, non mi riguarda!".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'ingegnere ricco e iperattivo (Sordi) si dichiara socialista ma è schifato dalla sola presenza della persone povere che gli chiedono un aiuto. Critica gli zotici che non sanno nulla e non conoscono le leggi ma poco prima usava la scia di un'ambulanza per evitare il traffico.</div>
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<br /></div>
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<a href="http://www.ilcapoluogo.it/var/ezflow_site/storage/images/news/eventi/casa-onna-proiezione-del-film-l-ingorgo-di-luigi-comencini-53023/563843-1-ita-IT/Casa-Onna-proiezione-del-film-L-ingorgo-di-Luigi-Comencini_imagelarge.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.ilcapoluogo.it/var/ezflow_site/storage/images/news/eventi/casa-onna-proiezione-del-film-l-ingorgo-di-luigi-comencini-53023/563843-1-ita-IT/Casa-Onna-proiezione-del-film-L-ingorgo-di-Luigi-Comencini_imagelarge.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il famoso attore (Mastroianni) accetta l'ospitalità di un poveraccio che spera così di avere un posto di autista a Cinecittà ma alla prima occasione si tromba la moglie gravida di costui.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E poi tradimenti, ignoranza, segreti e mille altre storie e miserie che si spostano dagli abitacoli alla strada e viceversa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Soltanto nel momento della partita di calcio seguita via radio sembra rianimarsi un certo spirito nazional-popolare e di orgoglio comune che porta euforia e sorrisi.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/ingorgo_marcello_mastroianni_luigi_comencini_019_jpg_bymi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="277" src="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/ingorgo_marcello_mastroianni_luigi_comencini_019_jpg_bymi.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Comencini vuole mostrare un mondo dove gli uomini sono schiavi degli oggetti e delle macchine. L'autovettura, che è fatta per viaggiare, rimane ferma e risulta svuotata dalla sua funzione utile per assurgere a mero status symbol, a gabbia che imprigiona il nostro tempo e il nostro denaro.<br />
<div style="text-align: justify;">
L'umanità appare un gregge uniformato dove tutti sono pronti a fare scoppiare la moda dell'omogeneizzato come cibo del futuro e dove al primo suono di clacson tutti si precipitano a dare gas per rimanere inesorabilmente fermi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/de/L'ingorgo.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="177" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/de/L'ingorgo.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
Insomma la fotografia di una società immobile e incorreggibile che non sa guardare al passato come esempio e neppure al futuro come speranza.<br />
Incredibile il sermone laico finale sul corpo di Ingrassia che parla di redenzione dal capitalismo, dalla logica del guadagno, dalla logica della produzione ad ogni costo e<br />
<br />
Stupore per la bellezza della scenografia. Una strada interamente ricostruita a Cinecittà.<br />
<br />
<i><br /><br />Salvatore Floris<br /><br /></i>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-17804321395410420042012-02-02T04:03:00.000-08:002012-02-02T07:06:31.206-08:00Django<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<img alt="" height="354" src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/12/uid_11e3bb3d662.580.0.jpg" style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" width="255" /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<span id="more-116" style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">In un paesino dimenticato da Dio, sulla frontiera fra Stati Uniti e Messico, dove si fronteggiano da tempo due gruppi armati irregolari, la setta razzista di incappucciati rossi comandati dal maggiore Jackson e i messicani rivoluzionari comandati dal generale Rodriguez, arriva Django, un reduce di guerra in cerca di vendetta per l’assassinio della moglie avvenuto in sua assenza.</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Approfittando dell’effetto sorpresa costituito da un fucile mitragliatore che tiene nascosto in una bara che porta con sé, Django ha la meglio sugli uomini di Jackson, conquistandosi la fiducia dei rivoluzionari, con cui organizza un riuscito attacco ad un forte. Al momento della spartizione del bottino d’oro, Django non ottiene quello che vuole e decide di prendersi tutto. Il tentativo fallisce, l’oro va perso e Rodriguez, pur non uccidendolo, gli fa spappolare le mani.</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><br />
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Pur con questa menomazione, Django decide di affrontare una volta per tutte Jackson, che nel frattempo ha tolto di mezzo i messicani grazie all’esercito governativo. Il confronto finale è in un cimitero.(Wikipedia)</span></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img alt="" src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/12/uid_11e3bb4023f.580.0.jpg" style="margin-bottom: 0px; margin-left: auto; margin-right: auto; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Si può dire di no?</td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" /></div>
</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Quello che colpisce di Django è il personaggio impersonato da Franco Nero (incredibilmente somigliante e Terence Hill da giovane o meglio il contrario) che ne è più di ogni altra pellicola il perno ineliminabile. Antieroe senza nome e senza passato trasuda tutto di morte. La morte lo segue e lo colpisce, lui la dispensa con precisione e senza discernere, cosa incarnata perfettamente dal suo strumento di morte mitragliatore dentro la sua cassa da morto che si trascina dietro. In una battuta del film dirà che li c’è seppellito lui. Forse. Ci può essere tutto in quella cassa, un’anima, un ricordo, un passato, un futuro, un’arma o anche dell’oro. Il film ebbe un successo strepitoso in tutto il mondo ed ancora oggi è considerato uno dei pilastri dello spaghetti western nonché pellicola di culto inattaccabile. Il lavoro maggiore è stato fatto a livello di inquadratura. Sporche, ricercate e particolari quelle che Corbucci ci presenta. Anche la musica fa la sua parte senza appesantire ma anzi dando un certo taglio epico alla storia. Unica nota veramente dolente la recitazione dell’attrice protagonista che rasenta il mobilio della scenografia in molti frangenti. ‘è la forte lezione del cinema di Leone ancora fresca. Il personaggio senza storia e senza passato, il paesino vittima della prepotenza,la violenza indiscriminata di tutti gli schieramenti e personaggi coinvolti, la misoginia, la brama di potere e di oro, il destino tragico di quelli che stanno in un mondo dove non c’è posto per la pace. Le inquadrature strettissime sugli occhi e i campi lunghi delle sparatorie. Comunque Django non è un clone di "Per un pugno di dollari" ma un fratello minore ben riuscito. La sceneggiatura pecca in molti passaggi e lascia spazio anche a qualche sorriso per l’ingenuità, tuttavia mantiene un certo fascino del racconto presentato con le connotazioni del mito e un finale tragico – metafisico che piace per la sua semplicità e secchezza.</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Salvatore Floris</div>
</span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-68202868302601183922011-12-15T04:09:00.000-08:002011-12-15T04:09:01.550-08:00La notte che Evelyn uscì dalla tomba<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/notte_che_evelyn_usc_dalla_tomba_anthony_steffen_emilio_miraglia_008_jpg_xmgn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/notte_che_evelyn_usc_dalla_tomba_anthony_steffen_emilio_miraglia_008_jpg_xmgn.jpg" width="230" /></a></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Un aristocratico passa le notti a uccidere prostitute dai capelli rossi. Questo perché la sua mente è sconvolta dal rimorso della morte della moglie (con i capelli rossi) che lo ossessiona notte e giorno. Uno psichiatra suo amico cerca di aiutarlo, un suo cognato lo ricatta perché a conoscenza dei suoi delitti. Alla fine conosce per caso una biondina in una festa e se ne innamora sposandola. Ma c’è tutto un intrigo dietro di chi cercherà di farlo impazzire del tutto per prendere l’eredità della famiglia Cunningham.</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.coffeecoffeeandmorecoffee.com/archives/filmstills/nightevelyn.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="136" src="http://www.coffeecoffeeandmorecoffee.com/archives/filmstills/nightevelyn.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="color: blue;">Le inquadrature spesso sono originali</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 20px;"> Oggi si recensisce un film brutto. Voglio subito mettere le cose in chiaro. Le cose migliori della pellicola sono il titolo, l’atmosfera gotico – suspense che riesce a tenere abbastanza bene e alcune scene di violenza convincenti. Per il resto ci troviamo di fronte ad una delle sceneggiature più colabrodo della storia del cinema perché siamo nella completa illogicità in molti snodi narrativi. la psicologia dei personaggi è flebile e muta con il mutar del vento. Il protagonista del film per esempio è per metà film un serial killer e per l’altra metà un fascinoso padrone di casa, marito devoto e moralista giustiziere. Questo mutamento avviene in uno stacco e neppure in dissolvenza. La trama è scontata come poche e parecchio stupida nel finale, non volutamente comica altrimenti sarebbe stata da apprezzare. Certi elementi non vengono spiegati per nulla. Da dove arriva e cosa ha fatto la seconda rossa che Alan stava per uccidere fino alle battute finali??. Ma questo è un esempio fra tanti.</span></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/notte_che_evelyn_usc_dalla_tomba_anthony_steffen_emilio_miraglia_011_jpg_adkk.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="http://www.ivid.it/fotogallery/imagesearch/images/notte_che_evelyn_usc_dalla_tomba_anthony_steffen_emilio_miraglia_011_jpg_adkk.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px; text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="color: blue;">La scenografia gotica merita attenzione</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 20px;"><br /></span></span></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Un classico esempio per imparare, osservando gli errori, come non si scrive una sceneggiatura ben fatta. Gli autori si sono basati sul classico errore di vedere le cose dal di dentro e non nell’ottica dello spettatore, per cui ci troviamo davanti a un’opera incomprensibile. Se si vuole si può guardare, in fondo la regia è di mestiere ma certi prodotti di genere pompati a mille non meritano rivalutazioni postume per forza.</div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Salvatore Floris</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 20px;"><br /></span></span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white;"></span><br />
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
</div>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-36687693147268101492011-11-30T07:39:00.001-08:002012-01-10T01:07:29.611-08:00Halloween di Rob Zombie<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 20px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 20px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"></span></span></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; line-height: 20px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.postergeek.com/WallPapers/Halloween-2007/halloween-wallpaper2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://www.postergeek.com/WallPapers/Halloween-2007/halloween-wallpaper2.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Vita morte e omicidi dell’efferato e crudele assassino Mike Myers. </div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Il capolavoro di Carpenter era già perfetto per questo ritengo un poco inutile cercare di rifarlo. Apprezzo lo stile di Zombie e tutta la vera passione che mette nei suoi film compreso questo, soprattutto questo.</div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
La parabola di Mike Myers è anche quella di un male che non ha spiegazione, che esiste e basta. Senza sempliciotte spiegazioni psicologiche e sociologiche. Il merito di Zombie sta, prima di tutto nell’essere stato capace di mantenere questa impostazione inquietante che aveva fatto la fortuna del suo capostipite. Il secondo merito è quello di aver fatto contemporaneamente un prequel abbastanza convincente sulla nascita della leggenda di Myers e un remake non disdicevole. La scelta di mostrare il volto dell’assassino almeno da bambino è sicuramente coraggiosa.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://hypokritical.com/blog/wp-content/uploads/2008/11/18802985_w434_h_q80.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://hypokritical.com/blog/wp-content/uploads/2008/11/18802985_w434_h_q80.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Il piccolo demonio non ha nulla di apocalittico o mostruoso ma risulta assolutamente normale, anzi ben voluto da una madre che fino all’ultimo cerca di stargli vicino. Per il resto il piccolo è circondato dall’indifferenza della sorella maggiore e dalla volgarità del patrigno. L’unica che si salva dalla sua furia adolescenziale e matura è la sorella minore. Questa normalità è la chiave per comprendere e reggere tutta l’inquietante figura di Myers.</div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Ritengo dunque che Rob Zombie abbia fatto un lavoro intelligente e curato seppur non eccelso e baracconesco in molti punti. Ha del talento visionario e si nota soprattutto nelle scene di violenza anche se la sua violenza molto gore non è fra le mie preferite.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.moviesonline.ca/movie-gallery/albums/Halloween-2007/halloween-b11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="178" src="http://www.moviesonline.ca/movie-gallery/albums/Halloween-2007/halloween-b11.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
La scena che mi è rimasta più impressa è quella finale con la bocca della co-protagonista piena di sangue aperta in un urlo disperato e liberatorio insieme.</div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Salvatore Floris</div>
</span></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-6310497171228047512011-10-11T00:37:00.000-07:002011-10-11T00:37:20.963-07:00A prova di morte<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://media.delcinema.it/images/2007/06/20/big_grindhouse_a_prova_di_morte_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://media.delcinema.it/images/2007/06/20/big_grindhouse_a_prova_di_morte_3.jpg" width="223" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Parte prima: gruppo di ragazzacce si diverte e si sbronza in un bar. Poi uno stuntman di professione Mike le disintegra. Parte seconda: gruppo di ragazzacce se ne va in giro a divertirsi. Poi uno stuntman di professione Mike cerca di farle fuori ma non ci riesce. Da predatore diventa preda e alla fine lo massacrano di botte.</div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
La trama è esigua ma non per questo meno divertente. Inoltre il film vuole essere proprio così. Un esercizio un pò folle con citazioni raffinate e meno che accompagni lo spettatore in un divertimento da pochi dollari.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.sentieriselvaggi.it/public/articoli/21622/Images/20070106081121622.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="http://www.sentieriselvaggi.it/public/articoli/21622/Images/20070106081121622.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" /></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Attenzione però. Tarantino il cinema lo sa fare e ci sono almeno due momenti da antologia. La scena del primo incidente e quella finale con la scritta THE END che appare all’improvviso. Si esce dal cinema con la sensazione di aver visto non qualcosa di nuovo ma sicuramente di interessante.</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Tarantino ha fatto la sua fortuna soprattutto sulla capacità di presentare la narrazione sotto un’ottica diversa e di modificarla rispetto ai canoni lineari ai quali ci siamo abituati. L’aspetto più interessante è secondo me la capacità di eliminare anche fisicamente i personaggi della prima parte per ricominciare. Non c’è traccia di un gruppo di ragazzi che si trascinano fino alla fine dove nella lotta col mostro saranno in pochi a sopravvivere.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/5f/A_prova_di_morte.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="136" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/5f/A_prova_di_morte.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" /></div>
</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Anzi la scena finale ribalta i ruoli ed è piena di ironia, quasi barraconesca e non si prende mai troppo sul serio.</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Non siamo più ai livelli delle Iene, di Pulp Fiction e di Jackie Brown che per me sono tre diversamente capolavori. Ma non siamo neanche più in Kill Bill che a me è piaciuto relativamente. Tarantino comunque riesce sempre ad avere un qualcosa in più rispetto alla maggioranza. Vedi l’idea di sgranare e graffiare la pellicola per quasi tutto il film o il passare dal colore al bianco e nero senza fluidità ne narrativa ne visiva.</div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Da vedere.</div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Salvatore Floris</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/l0N1yAJG8d0?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
</span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-1603033733483109492011-09-29T07:38:00.000-07:002011-09-29T07:39:36.979-07:00Playtime<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.architecture.uwaterloo.ca/faculty_projects/terri/young_playtime/All%20_Images/playtime_poster_copy.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.architecture.uwaterloo.ca/faculty_projects/terri/young_playtime/All%20_Images/playtime_poster_copy.jpg" width="237" /></a></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Playtime è un gioco costoso e sofisticato. <strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">Tati</strong> si muove su piani diversi. Dal non-sense all’umorismo di situazione, a delle gag più dirette e semplici da afferrare basate sulle mimica e i movimenti dei personaggi. Inserisce non di rado riflessioni profonde sull’uomo moderno e sul suo posto nel mondo. Anzi sarebbe meglio dire il suo non essere ed il suo non esserci nel mondo moderno. Si comincia con gli spazi di una Parigi ultra moderna dove vige l’ossessione dell’apparire e del farsi vedere a tutti i costi. Le case e gli uffici sono tutti enormi vetrate che danno sul mondo fuori e che pretendono di farsi vetrina per l’esterno. Un aeroporto non differisce per nulla da un ospedale e tutto lo sforzo per la creatività, per il "distinguersi" si riduce alla creazione di una serie di ambienti molto diversi fra di loro ma in definitiva tutti uguali.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cinefestival.blogosfere.it/images/08_04_18_cubicle_playtime.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="http://cinefestival.blogosfere.it/images/08_04_18_cubicle_playtime.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il girovagare di Monsieur Hulot che si muove solo sulla scena come Charlot e che biascica a mala pena qualche parola è il pretesto per descrivere la vita -non vita di una Parigi notturna e diurna che potrebbe essere qualsiasi grande capitale europea. Una città che non dorme mai e che si nutre del dover fare a tutti i costi, che basa tutto sull’apparenza e nulla sulla sostanza. La gag della porta a vetri che va in frantumi è una geniale summa di questo messaggio, con il portiere che tiene in mano solo una maniglia e finge che la porta ci sia ancora. Perchè quello che conta è quello che dovrebbe esserci, non quello che c’è.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.lankelot.eu/filesV2/UserFiles/Image/martello/tati%20-%20playtime/vlcsnap22532019gf.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="210" src="http://www.lankelot.eu/filesV2/UserFiles/Image/martello/tati%20-%20playtime/vlcsnap22532019gf.jpg" width="400" /></a></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tati è un maestro nel preparare scene attraversate continuamente da personaggi e riempite da movimenti che un occhio esperto non può che apprezzare, perchè devono aver richiesto una preparazione lunga e difficile per accordare i tempi di tutti i personaggi. Il ritmo della lunga cena nel night club è meraviglioso.<strong style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;"> M. Hulot</strong> procede senza meta e fuori posto per tutto il film dove non riesce mai a parlare con chi desidera o a incontrare chi vorrebbe. Viene trascinato nell’azione senza mai scegliere e rappresenta un’amara metafora della condizione degli abitanti della megalopoli moderna. Il film è anche una grande profezia su ritmi e spersonalizzazione che tutt’oggi si intensificano.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Salvatore Floris</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/pdMsEg-2XkU?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-34421663252990572162011-09-22T04:11:00.000-07:002011-09-29T07:40:03.090-07:00Aguirre furore di Dio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJD4qDLo6MWz1_z7FKprkGgbbtNIXzktPJHcFuYvd-HBj-mwY2naOqp2WlbUgxLGl38HyjbNNrmsW6jULUdZ6rz3JBXVQgETWe_6Tf39hlNe2xmyhaY73PHJzeJP2V1rCjMy_TOACRTsY/s1600/aguirredd4.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJD4qDLo6MWz1_z7FKprkGgbbtNIXzktPJHcFuYvd-HBj-mwY2naOqp2WlbUgxLGl38HyjbNNrmsW6jULUdZ6rz3JBXVQgETWe_6Tf39hlNe2xmyhaY73PHJzeJP2V1rCjMy_TOACRTsY/s320/aguirredd4.jpeg" width="220" /></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><br /></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Il primo sodalizio Herzog-Kinski produce un risultato affascinante e visionario. La potenza metaforica delle immagini del regista tedesco trovano nell’ allucinata maschera di Kinski il loro strumento ideale per evocare una parabola malsana e universale. La spedizione di un gruppo di Conquistadores spagnoli alla ricerca della leggendaria terra di El Dorado, diventa il pretesto per parlare della follia dell'umana specie, della sua stupidità e della sua potenza solo transitoria e illusoria. Il luogotenente Aguirre, è il grande traditore, della sua patria e dei suoi uomini, e soprattutto di se stesso. Si rifiuta di piegare la sua volontà ad una natura selvaggia e mortifera, ai limiti di resistenza dell’ uomo e al buonsenso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgIkAe8Xl4U1vPB-RqnaTarK5FBNlOZ8OVHmPPzVDEoBzr-VC5-nBqM6Ttz7ih3qjhaUHHhylsxJBo3Z1sCXwVyxbShfwodO-HFZQdBMM8VzLa20hhrZY__7RYXssDPb7MoKS-sj5BfjY/s1600/Aguirre.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgIkAe8Xl4U1vPB-RqnaTarK5FBNlOZ8OVHmPPzVDEoBzr-VC5-nBqM6Ttz7ih3qjhaUHHhylsxJBo3Z1sCXwVyxbShfwodO-HFZQdBMM8VzLa20hhrZY__7RYXssDPb7MoKS-sj5BfjY/s400/Aguirre.jpg" width="400" /></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><br /></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Si lancia in un’ impresa che di leggendario ha solo il proprio fallimento. Herzog non ci dice se alla fine riuscirà nella sua missione, resa ancora più grande dalla consapevolezza che non avrà nessun eco storico. Lascia il protagonista alla deriva del fiume che ancora una volta è la grande metafora di un viaggio spirituale e simbolico nell’ animo umano. “Solo il potere mi interessa – dirà il protagonista in prossimità della disfatta – l’ oro lo lascio agli schiavi”. E forse in fondo la sua vittoria la ottiene, devastando ed eliminando tutti i suoi compagni per la sua volontà di non arrendersi. Alla fine non gli resterà che parlare dei suoi progetti e sogni ad una scimmia, l’ unico suddito rimastogli. </span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">Anti narrativo e anti accademico, il film si inserisce perfettamente in quel filone herzogiano che cerca anzitutto nella forza delle immagini e delle metafore la sua visione del mondo cinica, pessimista e senza speranza. La religione è una forza distruttiva, la mentalità dei conquistadores dimostra tutta la propria ottusità. Usano uno schiavo negro per spaventare le orde di indios che infestano la foresta. </span></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><br /></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://unfilmde.files.wordpress.com/2011/06/aguirrecut_55258.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="278" src="http://unfilmde.files.wordpress.com/2011/06/aguirrecut_55258.jpeg" width="400" /></a></div>
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"><br /></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">“Se un solo cavallo è capace di gettare lo scompiglio in un esercito di indios, non vedo perchè anche uno schiavo negro non possa fare altrettanto!” dice un personaggio.</span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;"></span></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Sorprende la tenacia di Herzog capace di girare in ambienti impossibili, tanto impossibili da costringerlo a minacciare con un fucile Kinski che non ce la faceva più e voleva abbandonare il set.</span></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;">Salvatore Floris</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/CFWsfq9Ux8Y?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div style="margin-bottom: 1.5385em; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: x-small;"><br /></span></div>
Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-56573837908925389262011-09-15T08:18:00.000-07:002011-09-15T08:20:33.419-07:00Volgio la testa di Garcia!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://img52.imageshack.us/img52/8260/img309613lrg5550975.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="http://img52.imageshack.us/img52/8260/img309613lrg5550975.jpg" width="281" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
Benny,
un pianista che tira a campare nei bassifondi di Mexico City, si trova
fra le mani la sua carta vincente. Gli vengono offerti 10.000 dollari per portare a dei
cacciatori di taglie la testa di Alfredo Garcia, reo di aver messo
incinta la figlia di un potente boss latifondista. L’operazione sembra
semplice, visto che Garcia è morto pochi giorni prima e non si
lamenterebbe nel lasciarsi portare in giro dentro una scatola. Ma la concorrenza
rovina tutti i piani di Benny che si ritroverà solo contro un gruppo di feroci criminali. Con la
consapevolezza di non avere più nulla da perdere, si lancerà in una disperata fuga per arrivare primo con il macabro trofeo.</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.cineclandestino.it/public/gallery/2010/2010/6/Dvd%20e%20co_/Voglio%20la%20testa%20di%20Garcia/Voglio-la-testa-di-Garcia-05.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://www.cineclandestino.it/public/gallery/2010/2010/6/Dvd%20e%20co_/Voglio%20la%20testa%20di%20Garcia/Voglio-la-testa-di-Garcia-05.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Polvere e pistole</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
Il film si apre sarcasticamente con un laghetto idilliaco dove cigni e
anatre nuotano tranquilli, dove tutto sembra armonia e pace. La chiusura è altrettanto netta e sarcastica e fissa il fermo immagine della canna
di una pistola ancora fumante che punta verso la macchina da presa. Un'iniezione di violenza direttamente nelle vene dello spettatore. Questo percorso la dice lunga sul’ evoluzione
della vicenda di Benny. Peckinpah trascina il West nel contemporaneo per narrare
il viaggio nella violenza e una parabola di autodistruzione portata fino alle ultime conseguenze. L’avidità spinge numerosi banditi verso la conquista di un trofeo putrefatto, splendida metafora dell'avidità cieca dell'uomo, che potrebbe cambiare la vita di disperati senza principi o futuro. Benny è un diseredato che
si muove nei luoghi squallidi e maleodoranti del Messico più arretrato,
superstizioso e maschilista. E’ un perdente di natura che non vuole lasciarsi scappare l’occasione della vita per prendersi una rivincita dalla
miseria e dal destino. Solo alla fine capirà che quello per cui ha combattuto, che la
lunga scia di sangue che si è lasciato dietro per il denaro non ha alcun
significato. Comincerà a vedere il valore inestimabile di quello che ha
perduto.</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://www.cinefan.net/upload/1173314093.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="http://www.cinefan.net/upload/1173314093.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sparatorie epiche</td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
Molto autobiografico, a mio avviso, il protagonista, continuamente sporco, trasandato, sempre con la
bottiglia in mano a tracannare alcool. Un uomo capace di grandi
sentimenti (come testimonia la scena di Benny e della sua ragazza che
parlano del loro futuro sotto un grande albero) ma incapace di viverli,
accettarli, ed sedersi felice. </div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
Il film è leggermente sotto la media dei migliori lavori del regista
anche per via delle difficoltà produttive e per il carente stato di salute di Peckinpah. Rimane il fascino dell’epico personaggio ai margini di un mondo
delirante e alcune sequenze che sono capolavori a se stanti.</div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif; text-align: justify;">
Salvatore Floris</div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/xiiIcVG0q18?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe><br />
<br />Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-55774476511899703682011-09-07T07:24:00.000-07:002011-09-07T07:24:16.869-07:00Carrie lo sguardo di Satana<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZiqopRKy5d2FAy3MSRJw9SiCvOAG3AS8pW964cLADYzs0oPS5x5yPfsLmjFYTgsZ6lIqCxODITI6iwqEwuahIb60MwdDdyj6_Vb4mz6x8tX_-4B2xF3mrHY1vUrkh_YFRnthst0bvTZM/s400/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; color: #a93425; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration: none;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZiqopRKy5d2FAy3MSRJw9SiCvOAG3AS8pW964cLADYzs0oPS5x5yPfsLmjFYTgsZ6lIqCxODITI6iwqEwuahIb60MwdDdyj6_Vb4mz6x8tX_-4B2xF3mrHY1vUrkh_YFRnthst0bvTZM/s400/locandina.jpg" style="-webkit-box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.496094) 1px 1px 5px; background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-style: none; border-color: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.496094) 1px 1px 5px; padding-bottom: 8px; padding-left: 8px; padding-right: 8px; padding-top: 8px; position: relative;" width="261" /></a></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
CARRIE LO SGUARDO DI SATANA.<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" />regia: Brian de Palma<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" />anno: 1976 durata: 97 min.<br style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" />con: Sissy Spacek, John Travolta, Piper Laurie, Amy Irving, Wiiliam Katt.</div>
<div class="separator" style="clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Horror di un altro livello rispetto a quelli odierni. La miscela fra ambiente studentesco e fenomeni tenebrosi ha dato linfa vitale ad un genere horror – giovanile che perdura tutt’oggi. La povera e indifesa Carrie vive emarginata, ai limiti della follia, schiava di una madre malata che ha riversato la sua delusione nel fanatismo religioso, circondata dalla crudeltà delle sue coetanee. Un giorno tutto sembra cambiare, la sua vita sembra diventare finalmente normale. Ma un crudele scherzo dei suoi compagni di scuola le romperà definitivamente la speranza. </div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="color: black; font-family: Verdana; font-size: x-small; line-height: normal;"><a href="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2006/02/11396f70c32.jpg" imageanchor="1" style="color: #a93425; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-decoration: none;"><img border="0" src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2006/02/11396f70c32.jpg" style="-webkit-box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.496094) 1px 1px 5px; background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-style: none; border-color: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.496094) 1px 1px 5px; cursor: move; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; position: relative;" /></a></span></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
La sua furia omicidia sarà implacabile, i suoi poteri telecinetici distruggeranno tutto quello che incontra. Tornata a casa, che dovrebbe essere il luogo di riposo e sicurezza, troverà una madre impazzita completamente che la pugnalerà, come una novella Abramo, nell’altare del suo delirio religioso. Carrie ucciderà anche lei, crocefiggendola con dei coltelli, ricreando l’inquietante crocifisso che la madre ha posto nello sgabuzzino, luogo di paure ancestrali, dove Carrie viene rinchiusa sempre per punizione. Distruggerà la sua casa e andrà, portandosi il cadavere della madre appresso, a morire nel Nucleo della dimora:lo sgabuzzino. De Palma utilizza la tecnica in modo sopraffino. La scena a ralenty, prima della caduta del secchio pieno di sangue, dovrebbe essere studiata nelle scuole di cinematografia, come sunto di efficenza narrativa e tocco originale. </div>
<div class="separator" style="clear: both; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: center;">
<a href="http://www.cinema10.it/wp-content/uploads/2011/05/carrie-lo-sguardo-di-satana.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; color: #a93425; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-decoration: none;"><img border="0" height="320" src="http://www.cinema10.it/wp-content/uploads/2011/05/carrie-lo-sguardo-di-satana.jpg" style="-webkit-box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.496094) 1px 1px 5px; background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; border-bottom-style: none; border-color: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; box-shadow: rgba(0, 0, 0, 0.496094) 1px 1px 5px; padding-bottom: 8px; padding-left: 8px; padding-right: 8px; padding-top: 8px; position: relative;" width="202" /></a></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Il finale scelto da De Palma è eccezzionale. La vicenda sembra conclusa, tutto ripiomba in un’atmosfera idilliaca del risveglio dall’incubo. Ma l’orrore è in agguato. La vittima innocente, Carrie, non lascierà in pace nessuno dopo la sua morte. La scena ripiomba nell’incubo, in uno spazio distorto, e tutto si conclude lasciando inquietudine, come dovrebbe fare sempre un horror.</div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Salvatore Floris</div>
Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-73494942304970736072011-09-01T00:41:00.000-07:002011-09-01T00:41:47.643-07:00My name is Joe<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.slavepianos.org/rd/rf/film/i/my-name-is-joe.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://www.slavepianos.org/rd/rf/film/i/my-name-is-joe.jpg" width="221" /></a></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Il bel film del grande regista <span class="Apple-style-span" style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px;">inglese</span> Ken Loach è habitat naturale soprattutto per gli appassionati del genere come me. La storia parte da Glasgow, dove Joe, proletario, pugile, ex alcolista e per di più disoccupato, allena un'improbabile squadra di calcio, costituita da altrettanto improbabili giocatori, tutti border-line come il protagonista.</div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie proprio a un suo scalcinato giocatore, sposato con una tossicomane, Joe si innamora di un'assistente sociale e la vita sembra finalmente riservare un'altra possibilità anche per lui.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma Joe deve fare i conti con un boss della droga, si compromette in un losco traffico e ovviamente sfuma la bella storia d'amore. Del resto tra i due, le opinioni sugli sbandati di Glasgow erano troppo divergenti per continuare.</div>
<div style="text-align: justify;">
E tuttavia sembrano veri, Joe e Sarah, il loro è un insolito duetto amoroso nella cornice della povera Glasgow operaia; vedute diverse su tutto, soprattutto sul modo di occuparsi dei mezzi delinquenti che li circondano: alla fine si lasciano. Lui reagisce con violenza disperata, torna a bere; al funerale dell'amico indebitato che si è ucciso si rincontrano, e vanno via insieme. Loach sa che chi non nasce bene, raramente si tira poi fuori dai bassifondi, dove le regole sono spietate. Volendo estendere i suoi principi a chi non può permetterseli, l'assistenza sociale (ovverosia la società borghese), spinge alla morte chi invece doveva proteggere.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://desk.unita.it/cgi-bin/showimg2.cgi?file=F_SPE_L2_0322/00000094/0000387F.44c54342.jpg&t=big" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="236" src="http://desk.unita.it/cgi-bin/showimg2.cgi?file=F_SPE_L2_0322/00000094/0000387F.44c54342.jpg&t=big" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il buon Ken (Loach), in un modo o nell'altro, (per alcuni critici meno bene del solito, ma non per me), anche con questo film resta sempre uno degli ultimi registi a focalizzare la sua attenzione su un mondo all'apparenza dagli altri ignorato, (o sfruttato per altri fini), quello cioè costituito dai personaggi e dall?ambiente sociale e proletario, per non farci dimenticare che anche nel tanto osannato mondo occidentale esiste una larghissima parte di popolazione che vive tra mille difficoltà lontana dalle luci del consumismo; i personaggi di Loach, seppure inizialmente siano contornati (vedi Joe), da una certa allegria e comicità, finiscono sempre in un vortice caratterizzato da amarezza e crudeltà, soprattutto del destino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Loach, amico del popolo, leader di quell'amato (da me soprattutto) realismo inglese, racconta dunque nuovamente e amaramente il suo paese, cercando di trovare ancora delle figure positive da opporre alla negatività della situazione delle classi operaie; il messaggio è sempre quello: non abbattersi, combattere e andare avanti.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://desk.unita.it/cgi-bin/showimg2.cgi?file=F_SPE_L2_0322/00000094/0000385F.cdc928c8.jpg&t=big" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="241" src="http://desk.unita.it/cgi-bin/showimg2.cgi?file=F_SPE_L2_0322/00000094/0000385F.cdc928c8.jpg&t=big" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Per concludere, inserirei neanche troppo velatamente una piccola critica ai film italiani: i migliori film (spesso) sono inglesi, anche e direi soprattutto perché scritti e diretti da veri sceneggiatori e registi, che si rivolgono a veri adulti, non agli adolescenti a vita; se a tutto ciò aggiungiamo che gli attori sono veri attori, con fior fior di carriere in teatro alle spalle, direi che il quadro è ben delineato.</div>
<div style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify;">
Gian Filippo Veneruso</div>
Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com008100 Nuoro NU, Italia40.3209956 9.330355740.2241456 9.1724272 40.417845600000007 9.4882842tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-65479609675585232592011-08-24T08:41:00.000-07:002011-08-24T08:43:03.563-07:00Urla del silenzio<div style="text-align: center;">
<br /></div><a href="http://guidatv.sky.it/app/guidatv/images/epgimages/2010/06/07/31887b_Urla-del-silenzio-ric-visore.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;font-size:13px;"><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/04/uid_1194e5f6cc5.580.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Sidney Schanberg, giornalista del "New York Times" viene mandato nel 1972 in Cambogia, per seguirvi la guerra tra i Kmer rossi ed il governo di Lan Nol e là si avvale del dott. Dith Pran. Una volta preso il potere da parte dei Kmer tutti gli stranieri vengono fatti partire mentre per Pran comincia una lunga odissea dell’orrore nel nuovo regime comunista.</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span id="more-161" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "></span></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Un film dal taglio documentaristico che commistiona vari generi come la denuncia politica e il grande ritratto storico. La fotografia è bellissima, capace di incorniciare paesaggi meravigliosi, che risultano alieni agli sconfinati ossari delle vittime del regime. Due milioni di morti che fino a poco tempo fa il mondo ha ignorato come se non fossimo davanti ad uno dei più grandi genocidi della storia dell’uomo.</p></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://guidatv.sky.it/app/guidatv/images/epgimages/2010/06/07/31887b_Urla-del-silenzio-ric-visore.jpg" border="0" alt="" style="display: block; margin-top: 0px; margin-right: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; text-align: center; cursor: pointer; width: 560px; height: 320px; " /></span><div><div style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="color:#0000ee;">
<br /></span></div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;font-size:13px;"><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Il film riesce con poche parole ed immagini commoventi a farci rivivere la follia di quegli anni e parallelamente alza alto l’urlo della rabbia per la complicità del mondo occidentale su questa tragedia.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Eppure evoca una grande tragedia moderna partendo dal basso. Attraverso la pura storia di un’amicizia vera e più forte di tutto che diventa una metafora garbata e penetrante di quella che è l’unica strada giusta per l’umanità. Le urla del silenzio sono quelle di tutte le vittime soffocate dai sacchetti di plastica per risparmiare i proiettili. Vittime soffocate perchè conoscevano una lingua estera, o perchè portavano gli occhiali, o ancora perchè le loro mani non erano consumate dal lavoro. L’anno 0 di Pol Pot è stato anche questo e tutti i bambini che in quegli anni avevano il compito di massacrare i nemici del partito sono ancora oggi dentro quell’inferno. I bambini che erano adorati, perchè non ancora contaminati dal passato e dai ricordi. La loro purezza è però ribaltata in una figura orrenda e omicida. Poche parole e molti sguardi in primi piani che narrano da soli storie e pensieri. Un film asciutto e chiaro, ma allo stesso tempo poetico e raffinato. Una regia perfetta di Joffè. Quattro premi oscar fra cui quello per il miglior attore non protagonista allo straordinario Haing S. Ngor primo attore non protagonista a ritirare la statuetta e in gioventù veramente imprigionato in un campo di lavoro dei Kmer rossi.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Indimenticabile la scena finale sulle note di Imagine di John Lennon.</p></span></div>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-48051898120741115262011-08-09T02:04:00.000-07:002011-08-09T02:08:02.852-07:00Viale del tramonto<div style="text-align: center;">
<br /></div><a href="http://www.cinekolossal.com/noir/1950/vialedeltramonto/image3.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a><a href="http://www.omero.it/media/79/20100221-5.%20Viale%20del%20Tramonto.Bis.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 500px; height: 383px;" src="http://www.omero.it/media/79/20100221-5.%20Viale%20del%20Tramonto.Bis.jpg" border="0" alt="" /></a><div>
<br />
<br /><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:100%;">Alcuni pensano che la grande rivoluzione del cinema sia stata l’ introduzione del colore. Non è affatto vero, la vera rivoluzione è stata quella di introdurre il sonoro nel cinema. I film muti non erano mai veramente tali. Avevano un accompagnamento musicale, avevano dei professionisti che facevano i rumori, come campanelli o clacson. Ma i dialoghi, le voci e i suoni dell’ ambiente non erano presenti. Con il sonoro molti attori finirono in soffitta. Alcuni avevano una voce orribile, altri non si riuscirono semplicemente ad adattare al nuovo linguaggio del cinema e alle nuove tecniche che richiedevano anche la voce. Questo vale anche per i registi. Non si tratta di un problema di apprendimento della tecnica, ma proprio di apprendere un nuovo linguaggio per esprimersi. Se il colore immette nuove forme e pochi contenuti nel cinema (ad esempio col suo uso simbolico) il suono immette un contenuto nuovo. Il cinema diventa quasi un’ altra arte. Mutano la recitazione, il montaggio, l’ inquadratura, la sceneggiatura. Muta tutto.</span></div></div><div>
<br /></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 238); -webkit-text-decorations-in-effect: underline; "><img src="http://www.cinekolossal.com/noir/1950/vialedeltramonto/image3.jpg" border="0" alt="" style="display: block; margin-top: 0px; margin-right: auto; margin-bottom: 10px; margin-left: auto; text-align: center; cursor: pointer; width: 468px; height: 310px; " /></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;font-size:100%;color:#0000ee;">
<br /></span></div><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;font-size:100%;">I divi e i geni di un tempo si ritrovano nuovamente uomini qualunque. Alcuni si adattano come Chaplin, anche se in ritardo. Alcuni, come la protagonista di Viale del tramonto di Billy Wilder, cadono nella follia, non riuscendo a superare un passato glorioso oramai svanito. La finzione e la storia si confondono, soprattutto nel personaggio del maggiordomo Max, interpretato da Eric von Stroheim, uno dei padri del cinema adesso semplice domestico nella vita e nella settima arte. Un capolavoro assoluto, immenso, analizzabile da punti di vista diversi. La storia in se già lo sosterrebbe. Wilder ci aggiunge un amarissimo riferirsi alla realtà, dove personaggi mitici del passato e del presente (vedi Cecil B. deMille), gettano un ponte su quella che è storia – storiografica di Hollywood e non solo. Aumentano così l’ amarezza per un mondo perduto e per la miseria umana che non riesce ad accettare i proprio limiti temporali.</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;font-size:100%;">
<br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;font-size:100%;">Salvatore Floris</span></div>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-65780740943666668442011-08-02T00:25:00.000-07:002011-08-02T00:37:20.769-07:00Il mucchio selvaggio<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrhbmbbzk0-M8lBGT7vl_rEZdBxwEzyvhFa4AoIpAc6NtPbVLNIsHTC5xdHprACX-uJTweSN8gnbkoYnxz6Gof6qwnTggLEsErut8aBHfBhi6danDjcPuXQHAVOzCNI5aKY_8MeOsu4-Y/s1600/bunch_1.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 391px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrhbmbbzk0-M8lBGT7vl_rEZdBxwEzyvhFa4AoIpAc6NtPbVLNIsHTC5xdHprACX-uJTweSN8gnbkoYnxz6Gof6qwnTggLEsErut8aBHfBhi6danDjcPuXQHAVOzCNI5aKY_8MeOsu4-Y/s400/bunch_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5636157078216002114" /></a><div><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">Sam Packinpah firma l’ultima grande epopea western: “Il mucchio selvaggio”.</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">Possiamo affermare, col senno di poi, che dopo questo titolo il western ha lasciato l’olimpo del cinema per accantonarsi in una specie di limbo, con qualche nuovo guizzo, ma sempre con una malinconia di fondo di un genere che non riesce a rigenerarsi, che si rende conto di avere esaurito la sua vena, di aver perso la sua consapevolezza di essere “il genere” per eccellenza. </span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">In questa opera nessun valore della vita viene salvaguardato. Forse solo quello dell’amicizia epica e folle, a qualunque costo.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;font-size:13px;"><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(0, 0, 0); line-height: normal; font-family:Georgia, serif;font-size:16px;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR8pOs3yyCUS6g5X9lsuGdGa_D2PFdlXHV5S8qzAoGRrnonHOooPaxhdol7uogKsCEwNAqNlsyEmBe7OSZpH62lSXKSQkIkNYTiVnfsIFZRGXZ8JUCjvTXNoG1XxZfy88pdcOvhiDp3GY/s1600/ilmucchioselvaggio3.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR8pOs3yyCUS6g5X9lsuGdGa_D2PFdlXHV5S8qzAoGRrnonHOooPaxhdol7uogKsCEwNAqNlsyEmBe7OSZpH62lSXKSQkIkNYTiVnfsIFZRGXZ8JUCjvTXNoG1XxZfy88pdcOvhiDp3GY/s400/ilmucchioselvaggio3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5636157210788270258" style="cursor: pointer; width: 400px; height: 225px; " /></a></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 20px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:100%;">Un codice d’ onore di altri tempi, dove la ragione affonda. Il mondo, la natura, i rapporti fra gli uomini sono crudeli. Questo è un film coraggiosamente cinico e nichilista.</span></span></div><div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">L’ amoralità dei personaggi è necessaria perché è l’ unico modo di (sopra)vivere in una realtà che fa della violenza la maggiore forma di espressione fra gli uomini. Due inquadrature emblematiche aprono e chiudono il film. Una all’inizio e l’ altra alla fine. Nella prima un gruppo di bambini si diverte a dare in pasto alle formiche degli scorpioni. Poi copriranno le formiche con delle sterpaglie, facendole bruciare. Nella seconda ci saranno gli avvoltoi, che</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"> saranno i grandi trionfatori</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"> della battaglia finale, del massacro definitivo, che con un pesante humour nero, non saranno affatto diversi dagli sciacalli “umani” che depredano i morti. Uno di loro griderà: “E’ come una lotteria!”. Peckinpah chiude dunque ogni discorso consolatorio, facendo del destino una forza inarrestabile, dove ogni uomo non può fare altro che essere se stesso e seguire la propria strada. Andando incontro alla morte Pike chiederà “Andiamo?” e l’ unica riposta potrà essere: “Perché no?”. Cos’altro possono fare questi uomini? E questo è un film di banditi, di canaglie, di profeti della morte.</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">Anche la violenza esplode in due scene madri e straordinarie all’inizio e alla fine del film, che tecnicamente fanno ancora spalancare la bocca dallo stupore. Anche queste due sparatorie infinite racchiudono come due parentesi tutto il film. In ogni luogo regna una guerra perenne e uno stato al</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">di fuori della legge e della legalità, l’unico diritto è la pistola più veloce insomma. A mio modo di vedere non è un caso che i due protagonisti contrapposti si somiglino molto anche</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"> fisicamente.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;font-size:85%;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">Cacciatore e preda, giusto e sbagliato, bene e male si confondono spesso e si miscelano, come per gli scorpioni e le formiche arriverà sempre qualcuno più “carogna” di te, più forte che ti farà bruciare. L’ unico punto fermo è questo destino tragico che permea l’ atmosfera. Infatti alla fine colui che era passato dall’altra parte, dalla parte della legalità,(ma in realtà si tratta di un killer protetto dalla legge, conduttore di un gruppo di avanzi di galera più squallidi dei banditi a cui danno la caccia – quindi di nuovo la miscela di ciò che giusto e ciò che è sbagliato), ritorna dove la </span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;">sua natura lo porta.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-size:85%;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></div><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGkTb8nNDV-hfWq1m6vK9n1fUhZK6FCbyCQ4bdkdzp-e8GgaQEwh3tFgFqT_BU3EqKpVr9nK5IxgrRCbK6WIsq8aHkPVwFWSZvOWeuzzmIpzozsv_X8Ndr_bCrQ7WZe6GzNIVnwbHwWeo/s1600/43371b_mucchioSelvaggio_RC_visore.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGkTb8nNDV-hfWq1m6vK9n1fUhZK6FCbyCQ4bdkdzp-e8GgaQEwh3tFgFqT_BU3EqKpVr9nK5IxgrRCbK6WIsq8aHkPVwFWSZvOWeuzzmIpzozsv_X8Ndr_bCrQ7WZe6GzNIVnwbHwWeo/s400/43371b_mucchioSelvaggio_RC_visore.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5636157141236204722" style="cursor: pointer; width: 400px; height: 229px; " /></a></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;"><p style="text-align: justify; padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:100%;">Interessante l’ uso del ralenty, che dilata i tempi dell’azione mettendo le vicende su uno stato altro, che serve a sottolineare la dimensione epica dei gesti, delle morti o anche semplicemente delle risate. Stimolante l’ alternanza fra questa scelta stilistica e momenti flash, un montaggio rapido e caotico che spezzetta l’ azione in mille frammenti. A questo va aggiunto l’ uso del Panavision, i campi lunghi e lunghissimi che sottolineano la maestosità della natura e degli spazi aperti contrapponendoli alla piccolezza degli uomini. Quindi il film è specularmente complesso, nei personaggi e nella storia così come nella tecnica. Un film completo capace di parlare di grandi temi come la morte, l’ amicizia e la giustizia come appunto solo i grandi western possono fare.</span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:85%;">IL MUCCHIO SELVAGGIO 1969 – COLORE – 138 MINUTI</span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:100%;">Salvatore Floris</span></p></span></div></div></div>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-90706875250328137572011-07-28T00:04:00.000-07:002011-07-28T00:05:28.012-07:00La fortezza nascosta<span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2006/11/11396f77b1d.jpg" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /><br /></p></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; ">Una principessa è ricercata dal signore della dinastia avversaria per essere decapitata. Viene nascosta in una fortezza mimetizzata nei monti e protetta dal valoroso capo dei samurai (un grande Mifune). Due rozzi, ignoranti e avidi contadini la incontrano per caso e l’ accompagnano insieme al valoroso guerriero verso la salvezza e la regalità. Il film comincia con i due buffoni – contadini che, partiti per la guerra con l’ intenzione di arricchirsi, ne ritornano senza vestiti e “profumati” di cadavere,visto che sono capitati dalla parte sbagliata, quella dei perdenti, e sono stati costretti a seppellire i loro compagni.</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; "><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Film poco conosciuto di Kurosawa questo e un po diverso dal suo stile simbolico ed epico. Anche la colonna sonora sottolinea l’ aspetto di “armata brancaleone” del gruppo, che nonostante l’ apparenza disperata riuscirà nel proprio intento. E’ una favola per adulti che ispirerà George Lucas per la sua saga di Guerre stellari. I punti cardine del cinema di Kurosawa ci sono tutti. L’ avidità folle dell’ uomo, la guerra con la sua disperazione, l’onore ribaltato, cioè la follia dell’ onore ad ogni costo. “La tua fedeltà mi ripugna!” griderà la principessa al capo dei samurai che si ostina a mettere la propria vita al suo servizio. Il tema del viaggio e dei rapporti fra gli uomini che si reggono sul sospetto e non sulla fratellanza, sulla supremazia e non sull’ amore. Non mancano i momenti da antologia. Come la straordinaria trovata narrativa di trovare l’ oro dentro i rami di legna o la festa del fuoco, dove gli avidi contadini, ballano con le lacrime agli occhi per il desino del loro tesoro.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Per chi vuole conoscere un po meglio un grande maestro.</p></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; ">LA FORTEZZA NASCOSTA DI AKIRA KUROSAWA</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; "></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; ">139 MINUTI – B/N</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(34, 34, 34); font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 20px; "><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">GIAPPONE – 1958</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-7234701939013278342011-07-18T08:55:00.000-07:002011-07-18T09:08:32.996-07:00Indovina chi viene a merenda?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvQ78sV47NAu3bhVswM11C1_b4svuNG_hBP6InE-UKe_vRAaPSgyAFAY3eUBmdy8n7lYzZ0HPGYCDHgf55rfQjEOGpDRdBXs1_nm9OHby0dYAaaE1g4dLn_P1QmObAXtAhmCXLKReyhns/s1600/Indovina+chi+viene+amerenda.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 263px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvQ78sV47NAu3bhVswM11C1_b4svuNG_hBP6InE-UKe_vRAaPSgyAFAY3eUBmdy8n7lYzZ0HPGYCDHgf55rfQjEOGpDRdBXs1_nm9OHby0dYAaaE1g4dLn_P1QmObAXtAhmCXLKReyhns/s400/Indovina+chi+viene+amerenda.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5630722383970979234" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style=" color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; font-family:Verdana, sans-serif;font-size:13px;"><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;">Franco e Ciccio in una rivisitazione per metà de " La grande fuga" e per metà di "Indovina chi viene a cena?". I due compagni passano per una serie di peripezie che li porta alla prigionia in un campo di lavoro tedesco perchè scambiati per due marines. poi ad una fuga vertiginosa e fortunosa, ancora in una serata di gala nazista dove il loro compagno di fuga (un uomo di colore) impersona completamente fasciato nientemeno che il generale Von Krantz, infine i due trovano la pace in un idilliaco maniero bavarese in una vita semplice e sana. Ma il germe della guerra ha contagiato Franco che irreggimenta un gregge di pecore con furia guerrafondaia.</span></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"></span><span class="Apple-style-span" style=" ;font-size:small;">Come al solito la trama del film non è altro che un pretesto per mettere il duo in situazioni adatte a far esplodere la loro comicità pirotecnica e naturale. Una serie di snodi narrativi deboli che però vengono presto dimenticati dallo spettatore impegnato a godersi le evoluzioni di Franco e la magnifica compostezza idiota di Ciccio che fa da spalla straordinariamente efficace e contrapposta. I pregi della coppia sono stati analizzati ed evidenziati meglio e più approfonditamente da altri. Quello che voglio sottolineare è che, soprattutto oggi rivedendo i loro film, ci si rende conto del loro incalcolabile apporto alla comicità del cinema italiano e no solo. Il film di per se è tecnicamente valido e mostra una regia essenziale ma composta. Quelle che rimangono impresse sono una serie di momenti comici passati alla storia della comicità. Tanto per ricordarne qualcuna: la scena della cena in cui Franco chiede cibo a un cameriere tedesco, quella in cui cuochi siciliani insultano Ciccio credendolo un tenente delle SS, quella dove i due vanno a cercare un trattore e tornano con un caro armato. La cosa che mi fa amare in modo irrazionale questa coppia è il fatto che non ci sono vie di mezzo. O li si ama in tutto e per tutto, anche quando appaiono troppo demenziali, oppure li si sopporta a stento e non c’è verso di mutare opinione. Inoltre la loro comicità è di una bellezza così naturale e immediata che rasenta la fiaba. Ecco perchè se si pensa a delle loro scene difficilmente si ride mentre se le si "guarda" difficilmente si rimane impassibili. Questa loro vita, questo loro esserci nell’atto comico è geniale.</span></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">A prova di questo faccio subito un esempio. Cosa c’è da ridere sul fatto che un bianco sia così demente da credere che tutti gli uomini neri sono dei cannibali? Basti guardare il video qui sotto dove Franco si prodiga in virtuosismi cinesici incredibili e Ciccio gli fa da spalla in maniera esemplare, mantenendo attiva la parte razionale e normale del duo ma in fondo rivelandosi come la parte indispensabile per la follia demente del compagno. Impagabile.</span></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><a href="http://www.youtube.com/watch?v=Y7zadwP4GbE">Cannibale</a></span></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;">Salvatore Floris</span></p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-10210321305380374332011-07-13T07:29:00.000-07:002011-07-13T07:30:15.411-07:00Intervista<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2006/08/11396f75b42.jpg" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /><br /></p><div style="text-align: justify;">Fellini non ha più nulla da raccontare. Il suo cinema si è esaurito. O meglio mantiene la sua ciclicità, fatto sempre delle sue ossessioni, delle sue paure, dei suoi segreti inconsci. Egli ha raccontato sempre la stessa storia, cioè se stesso. Rimane solo il ricordo e la voglia di palare di se stesso. Con rara lucidità e coraggio egli ripercorre il suo cinema, anzi il suo continuo farsi e disfarsi, il suo nascere dal nulla. La sua vita che poi con il cinema coincide. Il suo bisogno di parlare lo spinge a fare un film su un film, un autoreferenza tipica della sua poetica. Come dice lui stesso, in un’ intervista (sic) a Vincenzo Mollica, “Intervista” non è altro che una lunga conversazione fra amici messa sotto i riflettori, un montare lo spettacolo che è già spettacolo. Non serve altro forse che la magia del progettare, dello scegliere e del creare immagini. Egli lo definì sempre un “filmetto” ma era il primo arendersi conto di aver creato una grande opera giocando con se stesso. D’altronde la maggior parte dei suoi film è costruita sull’ essenza del gioco e sul semplice andare dove tira il vento. Proprio questo è il suo immenso fascino. I critici di tutto il mondo lo hanno acclamato, premiato a Cannes e a Mosca. Il suo spirito gigionesco e adolescenziale colpisce sempre e non mancano i frammenti da antologia come l’ assalto degli indiani o l’ ingresso del giovincello Fellini a Cinecittà, preceduto da enormi pachidermi. Egli ci mostra un mondo industriale pieno di storie e personaggi trasformati dal suo punto di vista, in macchiette e tipi. Una grande radiografia della quotidianità di Cinecittà, di una troupe di artigiani a lavoro, di attori e di ricordi e immagini che sono nella memoria collettiva e che tornano ad essere cinema in un altro film, in un altro posto, in un universo creativo dove tutto è familiare, felliniano appunto. Quasi amatoriale e volutamente tale, la sua bravura sta proprio nel fatto che dietro quella naturalezza c’è un altro film, un altro attento lavoro dietro le quinte che come al solito si cela per illuderci che il cinema sia solo un gioco.</div><div style="text-align: justify;">Musica di Nicola Piovani. Milo Manara è autore della locandina (splendida) che accoglieva gli spettatori fuori dal cinema.</div><p></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-60762137554986351792011-07-12T23:38:00.001-07:002011-07-12T23:38:51.496-07:00Storia immortale<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "></p><div style="text-align: justify;"><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2007/01/11396f78b37.jpg" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></div><div style="text-align: justify;">Nel XIX° secolo, <b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Mr. Clay</b>, un ricco mercante che ha trascorso molti anni in Cina, è tornato nella sua patria, la colonia portoghese di Macao. Solo, ricco, senza eredi si diverte a farsi narrare le sue avventure contabili dal sottoposto contabile <b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Levinsky</b>. Una sera, eccezionalmente, Mr. Clay narra la vicenda che parla di un semplice marinaio e di un ricco signore che cambierà la sua misera vita se questi è disposto a passare una notte con sua moglie. Ma ben presto Levinsky si rende conto che questa è solo una delle tante leggende che circolano fra i marinai. Mr. Clay decide allora di far diventare vera la Storia in modo che almeno uno dei marinai che la raccontano dica la verità. Sceglierà <b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Virginia</b> per impersonare sua moglie e un povero marinaio per mettere in atto il suo progetto.</div><p></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Nonostante la brevità,<b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "> Storia immortale</b> rimane un eccezionale documento filmico sulla visione del mondo di Welles e sul suo stile artistico, fatto di un montaggio inusuale e di profondità di campo simboliche e distorte dall’ obbiettivo grandangolare. Mr. Clay assomiglia molto al Kane di Quarto Potere con la sua solitudine, la sua infelicità e la sua pretesa di poter cambiare e manipolare la realtà con la sola forza del denaro e del potere. Ma la riflessione di Welles si spinge oltre e vuole parlare a tutti gli autori che pretendono di creare (o ricreare) una realtà che è intraducibile e sempre differente dall’ arte.</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "></p><div style="text-align: justify;"><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">“Se non è mai esistita, questa storia la farò esistere!”.</b> E’ la frase che gli sfugge quando gli si prospetta la possibilità di non poter ottenere ciò che desidera.</div><div style="text-align: justify;">Ma morirà forse meno solo, una volta che la sua volontà sarà realizzata. Da quella semplice storia nascerà un amore e Mr. Clay imparerà che l’ uomo è troppo complesso e imprevedibile per essere dipinto a tavolino.</div><p></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Anno</b> 1968<br /><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Durata</b> 58 minuti – Colore<br /><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Genere</b> DRAMMATICO<br /><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Tratto da </b>NOVELLA OMONIMA DI ISAK DINESEN (PSEUDONIMO DI KAREN BLIXEN)<br /><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Regia</b><br />Orson Welles<br /><b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Attori</b><br />Jeanne Moreau, Virginie Ducrot<br />Orson Welles, Mr. Clay<br />Roger Coggio, Elishama Levinsky<br />Norman Eshley, Paul, Il Marinaio<br />Fernando Rey , Mercante</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-83245594941344230542011-07-07T02:53:00.000-07:002011-07-07T02:54:42.538-07:00Big red one<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2006/12/11396f782d4.jpg" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /><br /></p><div style="text-align: justify;">Samuel Fuller nel 1980 gira uno dei film sulla guerra più cinici ed efficaci di sempre. Per fortuna da poco è possibile vedere la versione integrale restaurata che permette di ammirare il film completo e in tutta la sua bellezza. E’ un film fortemente voluto dall’ autore che ha scritto anche il soggetto e la sceneggiatura.</div><p></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">La follia della guerra viene presentata con una sottile ironia e un leggero humour nero che mancano in quasi tutte le pellicole del genere. Un grande Lee Marvin interpreta un disilluso e umano sergente della fanteria americana che comanda il leggendario battaglione denominato “Uno rosso”. Il sergente, insieme a quattro inseparabili subordinati, attraversa tutta la storia della seconda guerra mondiale, combattendo su numerosi fronti decisivi.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Il cammino ha il pretesto di raccontare tutte le sfaccettature della liberazione dell’ Europa dal nazismo ma anche l’ orrore dei campi di sterminio. Le scene di battaglia sono efficaci e fluide ma quello che sorprende in Fuller è la capacità di mettere in ridicolo la guerra e i suoi presunti eroi con un senso dissacrante di umorismo ed un cinismo irresistibili. Le scene indimenticabili non mancano. Alcuni esempi.</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "></p><div style="text-align: justify;">Il parto nel carro armato tedesco, mezzo di morte per eccellenza che protegge la nascita della vita. La scena nel manicomio, dove, durante una sparatoria, anche un paziente imbraccia il mitra e, sparando a casaccio, urla che non è affatto folle ma uguale ai soldati che hanno intrapreso il conflitto a fuoco. La scoperta dell’ orrore dell’ Olocausto non ha nulla di retorico e invasivo. Si limita a suggerire tutto quello che rimane nascosto dentro un forno crematorio che non ha ancora finito di bruciare i suoi “resti” e poi la sofferenza di un bambino innocente che porta nel proprio viso i segni dell’ inferno.</div><div style="text-align: justify;">Geniale poi l’ inquadratura dell’ orologio di un cadavere durante il D-day. Dell’ acqua sporca di sangue lo copre in continuazione scandendo un tempo che non esiste più per l proprietario e che non ha più senso per i soldati.</div><div style="text-align: justify;">“Il mondo si divide in due tipi di uomini – dirà un ufficiale lanciando l’ attacco decisivo alle postazioni tedesche per prendere la spiaggia – quelli che sono morti e quelli che stanno per morire!”. Quell’ ora tanto comune per noi, significa per i personaggi il giorno più lungo. La dilatazione di tale tempo mostra tutta la peculiarità tragicomica della guerra.</div><p></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "></p><div style="text-align: justify;">Il sergente comincia la sua avventura nella Grande Guerra. Sotto un crocefisso in legno con un Cristo senza occhi uccide un nemico che non è più tale perché le ostilità sono terminate da poche ore. Dopo mezzo secolo ricadrà nello stesso tragico errore, ma forse stavolta può rimediare, salvando la vita ad uno dei pochi veri nazisti rimasti, il suo alter – ego sconosciuto Schroeder.</div><div style="text-align: justify;">L’unico eroismo in guerra è quello di sopravvivere.</div><p></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-10263703179575955652011-06-23T07:50:00.000-07:002011-06-23T07:52:11.076-07:00I fratelli Grimm e l'incantevole strega<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "> <img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2009/07/uid_1225476bbc3.250.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span id="more-76" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "></span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Perfetta miscela fra favola nera e umorismo dissacrante del fantasy. Gilliam ci propone una riuscita ambientazione gotica per narrare le avventure dei fratelli Grimm che si guadagnano da vivere sfruttando la credulità popolare e bonificando i piccoli borghi da case infestate e maledizioni secolari. Grazie alla loro abilità di illusionisti inscenano coreografiche lotte con esseri malvagi e streghe di cartapesta liberando i malcapitati ignoranti dalla paura delle forze oscure. Fino a che non si imbattono in una vera foresta incantata, abitata da esseri succubi della regina che non vuole rassegnarsi a perdere la propria bellezza e rapisce 12 bambini dal vicino villaggio per poter rinascere giovane e magnifica. La notte di eclissi lunare, la notte della una di sangue, rinascerà A questo punto c’è uno scontro fra fratelli che si protrae per tutto il film oscillando fra sprazzi di affetto e amore e tensione, scontro anche violenti. I loro caratteri sono molto diversi. Cinico e materialista Wihlem, animo sensibile e sognatore Jacob che vede tutta la vicenda come una conferma a quello cui ha sempre creduto: un mondo magico celato dietro la semplice realtà banale del quotidiano. Un mondo che giustifichi finalmente quei fagioli magici acquistati quando ancora era un bambino al prezzo dell’odio ed emarginazione della famiglia poverissima che aveva visto pochi risparmi buttati al vento dall’immaginazione di un bambino. Alla fine della loro incredibile avventura i fratelli Grimm avranno accumulato un’esperienza tale da poter diventare famosi in tutto il mondo per le loro Favole. </span></span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 10px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2009/07/uid_1225476db8d.580.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></span> </p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"> </span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;">Spettacolare scenografia per uno dei film più riusciti di Gilliam che riesce a mantenere uno spessore psicologico dei personaggi variegato e </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size:100%;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;">convincente</span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;">. Riuscita anche la rievocazione storica dell’occupazione napoleonica in Germania e gli ambienti incantati. Inoltre è convincente l’interpretazione di tutti gli attori a cominciare da Damon e Ledger che infondono umanità e umorismo alle figuree dei fratelli. Da applausi il montaggio e alcune trovate visive come quella del fango che si trasforma in un simpatico mostro rapitore di bambini. Da antologia la cura della fotografia e soprattutto delle inquadrature sempre ridondanti e barocche, sbilenche sporche, che richiederebbero una seconda visione per apprezzare la ricchezza di particolari che le abitano.</span></span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;">Un film riuscitissimo, uno dei pochi che entra nel mito della fiaba e nelle figure archetipe della paura e della speranza e per questo in molti passaggi fa sobbalzare colpendo nel centro il nostro immaginario collettivo. Alzi la mano chi non ha sentito una puntura al cuore nella scena del cavallo che ingoia il bambino, paura per eccellenza dei più piccoli quella di essere rapiti e mangiati vivi, trascinati nel buio della notte.. Pieno zeppo di riferimenti al patrimonio delle fiabe classiche e degli oggetti incantati o i luoghi magici. Lo spettatore si può divertire anche a trovare tutte le citazioni meta-fiabesche che si presentano durante tutta l’opera.</span></span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;"> </span></span></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; text-align: justify; font: normal normal normal 12px/normal 'Times New Roman'; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana;">Salvatore Floris</span></span></p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-59195923782877343442011-06-13T02:10:00.000-07:002011-06-13T02:11:52.432-07:00Kinski il mio nemico più caro<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2007/04/11396f7bd1f.jpg" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /><br /></p><div style="text-align: justify;">Nel 1999 <b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Werner Herzog </b>crea un documentario per omaggiare il suo attore feticcio <b style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Klaus Kinski</b>. Rendere omaggio non significa che viene fatta una agiografia del personaggio. Anzi. Herzog sembra sentire più l’esigenza di fare i conti col proprio passato, con un rapporto di odio e amore simile alla follia, con la personalità di un individuo geniale ma animalesco, capace di grandi gesti umani subito seguiti da sfoghi animaleschi, incontrollabili. Il regista è impietoso nel mettere alla luce le debolezze e l’egomania dell’ attore ma lo fa in un modo pulito, necessario.</div><p></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Il documentario è estremamente interessante. Sono numerose le immagini inedite sui set di Herzog, con alcune sfuriate in presa diretta dell’ attore. Inoltre con questo lavoro possiamo capire e approfondire molti episodi che sono stati colorati e manipolati dalla stampa e dalle voci di corridoio. Possiamo visitare i luoghi dove sono stati pensati e girati alcuni dei più importanti film del regista ed è lui stesso che narra numerosi aneddoti riguardanti la realizzazione delle opere. Possiamo incontrare e conoscere numerosi collaboratori e attori secondari che hanno lavorato nei film di Herzog etc.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Tuttavia la grandezza e bellezza del documentario risulta essere proprio l’intelligenza e la profondità con la quale Herzog, parlando di una personalità complessa e contraddittoria di Kinski, ci parla della difficoltà di sondare la specie umana in tutte le sue sfumature e l’affascinante rapporto fra vita ed arte, il processo della creazione, la follia di una creazione, il superare se stessi al servizio di un film.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-9396452020495244982011-06-07T03:16:00.001-07:002011-06-07T03:16:48.507-07:00The mist<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/11/uid_11d597cb274.580.0.jpg" alt="" width="243" height="352" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span id="more-127" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "></span></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Il regista Frank Darabont è un abile narratore ed ha un feeling particolare con le storie di Stephen King. Ha trasportato sullo schermo opere come "Il miglio verde" e soprattutto "Le ali della libertà". Con THE MIST si confronta col racconto contenuto nell’opera del maestro del brivido intitolata "Scheletri". L’idea è come sempre originale, parte da una tranquilla giornata di una qualsiasi provincia americana per farla piombare in un incubo agghiacciante. Ecco la trama in breve: <br />"Bridgton, cittadina del Maine, viene avvolta da una misteriosa nebbia in cui si aggirano misteriose e terrificanti creature che mietono vittime tra la popolazione. Un gruppo di persone rifugiate in un supermarket lotta per sopravvivere. Il film si apre con David che sta completando un dipinto di sua creazione. Poco dopo una tempesta elettrica proveniente dal lago porta lui e la sua famiglia a rifugiarsi in cantina. Il giorno seguente David, insieme al vicino Brent Norton e a suo figlio Billy si dirige al supermercato, ma una misteriosa nebbia inizia a inondare il paese, e rifugiatisi nel negozio capiranno che nella nebbia vi sono orrende creature che iniziano a uccidere le persone. Ben presto scopriranno che i pericoli non sono solo fuori, ma anche dentro il supermarket, mano a mano che la natura umana, portata all’estremo dalla paura e dalla convivenza forzata in un luogo angusto, devierà sempre più verso la follia. La causa di tutto questo sembra essere la vicina base militare presso la quale è in atto il progetto "Arrowhead", un tentativo di aprire portali attraverso altre dimensioni".[tratto da Wikipedia.it].<img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/11/uid_11d597d256f.580.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "> </p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Il colpevole della disfatta non è ben chiaro anche se alla fine la pista militare si dimostra la più accreditata. Tuttavia il problema per i personaggi non è quello di scoprire il colpevole ma quello di levarsi da un casino veramente brutto.. I mostri sono convincenti fin dall’inizio, sia quelli giganteschi sia quelli piccoli. Una nota di merito la do ai ragni e alle loro armi che fanno accapponare la pelle durante i loro attacchi. La suggestione della nebbia rimane nei limiti di una paura sottile, fiabesca e fanciullesca. La tensione del film rimane sempre all’altezza delle aspettative e le apparizioni mostruose non deludono mai. Il terrore coinvolge lo spettatore doppiamente per la sua direzione duplice e contraria. La paura arriva dalle cose che sono fuori. Esseri feroci, dalle dimensioni bizzarre, terribili abitanti di un altro mondo. Attaccano e non graziano nessuno. Il regista dimostra di volersi scostare dal canone di risparmiare i personaggi innocenti e simpatici al pubblico per mettere in chiaro che l’incubo non fa sconti a nessuno e non fa distinzioni. Ma la paura ed il pericolo arrivano anche dall’interno del supermercato e sono gli esseri umani stessi che lentamente fanno emergere la loro follia, la loro parte animalesca che abbandona ogni segno e percorso civile per sopravvivere. Sopravvivere non nella collaborazione e nell’aiuto ma facendosi travolgere dalla paura, dal fanatismo e dal dominio sull’altro.</p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/11/uid_11d597d8198.580.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "> </p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Insomma l’animale umano non sembra essere migliore delle creature esterne. La critica politico sociale di Darabont è molto chiara e analizza gli orrori che sono seguiti all’11 Settembre. Troppo pedagogici alcuni personaggi a dire il vero ed anche il modo nel quale l’idea del regista sulla realtà contemporanea viene spiegata condannandola. Una nota di merito per uno dei finali più tragici e cinici della storia cinematografica, ben racchiuso nell’urlo devastante del protagonista che echeggia in una valle fatta solo di morte e alberi bruciati.</p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "> </p><p align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-14370845043320749432011-05-23T04:03:00.001-07:002011-05-23T04:03:35.891-07:00La via lattea<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2006/04/11396f72e35.jpg" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /><br />Il cammino per Santigo di Compostela è uno dei più antichi e sacri pellegrinaggi della cristianità. Di questo cammino si serve il 69enne Bunuel per imbastire una lezione di ribellione a tutte le regole, sia quelle cinematografiche che quelle religiose. Il suo de-costruire lavora sia dall’interno, nella dinamica narrativa, che dall’esterno, attaccando e capovolgendo i dogmi del cristianesimo. Il film, di per se, è inenarrabile, cioè rifiuta qualsiasi tentativo di sottomettersi ad una trama. L’unica, labile, è il cammino dei due protagonisti, i quali spesso, scompaiono dal racconto che prende altre e impreviste strade. Ma a qualche cosa, seppur evanescente ci si deve aggrappare. Ecco che il loro peregrinare verso Santiago diviene il pretesto per effettuare una cinica, acuta, raffinata e divertente carrellata sulla storia, i dogmi, le eresie e i personaggi della Chiesa. Il film è una successione ininterrotta di occhiolini alla cultura cristiana e ai suoi credo, una narrazione volutamente sconclusionata, su vari piani e divagatoria, che anticipa un discorso distruttivo di Bunuel già cominciato con “Il Fascino discreto della borghesia” e che sarà portato ancora oltre nel successivo “Il fantasma della libertà”. La ribellione sul piano tematico-surreale si sposta sul piano del surrealismo costruttivo del film. Dal punto di vista registico l’eleganza e il classicismo di Bunuel risultano da antologia del cinema. Questo contrasto serve però a mettere ancora in maggiore luce le intenzioni eversive (più che sovversive) del Nostro. Cioè la visione di un “altro” cinema che parta da un maestro già riconosciuto, osannato, quasi infastidito da un oscar poco prima ricevuto. Chi lo credeva ammorbidito sobbalza sulla sedia. Gli episodi affascinanti non mancano. Ma vediamo di chiarire il perchè questo film non può essere raccontato.<br />Per esempio.<br />Delle bambine recitano il salmo scolastico concludendo ogni particina con l’irriverente “Su di lui anatema, nel frattempo un gruppo di terroristi effettua una marcia e fucila il papa. Le parabole di Cristo sconclusionate e i suoi miracoli che non si compiono. Personaggi di oggi che incrociano per strada quelli di un passato remoto e senza sorpresa vi interagiscono. Un prete sta fuori dalla porta e parla con due giovani chiusi dentro una stanza, poi senza nessun passaggio è dentro e vi discorre amabilmente. Un cacciatore (che poi cacciatore non è) spara ad un rosario, poi lo riceve dalla vergine Maria. Chi avrebbe il coraggio oggi di filmare queste cose? Un pò anarchico e un pò didascalico, un raffinato citazionismo teologico e un genuino spirito iconoclasta. Le vie di Bunuel portano ancora in territori inesplorati ancora oggi.</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</p></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-66764742705486849272011-05-16T00:39:00.000-07:002011-05-16T00:40:02.448-07:00Nessuna verità<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/11/uid_11dee57fb8f.580.0.jpg" alt="" width="234" height="320" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Roger Ferris è l’uomo della Cia nel Medio Oriente. Parla l’arabo, sa muoversi, adattarsi, tessere velocemente relazioni, ottenere informazioni. Ed Hoffman è il suo supervisore a Washington. Mentre impiega le mani per far salire in macchina i figli o aiutarli a fare pipì, con un telefono senza fili fa la guerra, sacrifica vite umane, salva se può quella del suo compatriota, dal suo punto di vista salva ogni giorno il mondo. Usa le persone e non si fida di nessuno. Ha insegnato ai suoi a fare altrettanto ma Ferris sembra avere qualche scrupolo di coscienza. Soprattutto da quando si è alleato con Hani Salaam, capo dei servizi segreti giordani, per portare allo scoperto Al-Saleem, la mente degli attentati che stanno colpendo l’Europa. L’ultimo film di Scott si presenta come un lavoro sinceramente senza infamia e senza lode. Se da una parte si assiste ad uno spettacolo per gli occhi sotto il punto di vista del montaggio, dell’inquadratura e dei movimenti di macchina, dall’altra si ha, per tutta la lunga durata del film, la sensazione di un dejà vu che non avrebbe richiesto sforzi ulteriori per una sua riproposizione. Scott gira da maestro con molte macchine da presa contemporaneamente e spiazza lo spettatore sia nella trama molto ingarbugliata che con il tipo di visione frammentata e volutamente confusa che impone allo spettatore. Le scene delle sparatorie sono eccezionali e le esplosioni di una verosimiglianza quasi insopportabile. Il lavoro sul suono potrebbe anche avere qualche attenzione alla notte degli oscar. Le scene di tortura sono crudissime e rasentano lo splatter. Scott se ne frega dell’edulcorante mediatico di questi anni per applicare la realtà nuda e cruda della guerra nella sua violenza indiscriminata e nella sua follia omicida.</div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/11/uid_11dee582b61.580.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">La prospettiva ha due sguardi particolari, quello di Ed e quello di Roger. Il primo è un politicante e teorico della guerra e dello scontro di civiltà, la sua visione è quella del satellite, immagine pulita che vede la guerra come un videogioco. Il suo corpo è flaccido, comanda uomini destinati a morire mentre accompagna il figlio a scuola oppure fa colazione. Roger sta in mezzo alla gente. In mezzo ai feriti, alla polvere e conosce veramente ogni angolo e respiro non solo del terrorismo ma anche dell’anima araba. Sul suo viso i primi piani, nei suoi occhi la guerra totale. Il suo corpo è martoriato e la sua anima traballa davanti alle necessità militari – politiche e la sua umanità. Entrambi sono però delle canaglie che hanno per primo scopo quello di usare e spremere le persone fino alla fine per poi buttarle via. Ma se alla fine Ed prenderà il suo volo privato per far ritorno a casa e continuerà a dare ordini fatali tramite l’auricolare di un telefonino a migliaia di chilometri dalla scena dell’azione, Roger deciderà di rimanere perché forse la sua vita è in mezzo agli arabi che combatte ma che ha imparato a conoscere. La scena più bella è a mio parere quella della tortura finale di Roger che rivede nell’allucinazione del dolore, la stessa tortura cui aveva assistito all’inizio della pellicola, questa volta dalla parte dei carnefici e non come vittima. Scott riesce dunque a richiamare sullo schermo tutta la complessità del conflitto dentro il quale siamo immersi e presenta numerosi personaggi che hanno interessi e vedute diverse, si tradiscono e mentiscono per i loro scopi. Roger è uomo d’azione che adatta le sue convinzioni alle circostanze,</div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "><img src="http://cineclubran.blog.tiscali.it/files/2008/11/uid_11dee586e63.580.0.jpg" alt="" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; " /></div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Ed è un ideologo che ripete in continuazione la sua missione per salvare il mondo, sacrificando anche l’amicizia per le sue “scelte globali”, altri personaggi fanno il doppio gioco schierandosi via via con chi assicura meglio denaro e vantaggi. Si ha, alla fine, la sensazione che il patriottismo dell’opera sia abbastanza piatto e retorico inserendo qua e la alcune riflessione sulle ragioni anche della parte nemica ma senza andare mai a fondo sulle cause e nature più profonde di questa guerra di civiltà. Insomma Scott si interessa maggiormente a tessere diligentemente un buon film di azione e spionaggio piuttosto che andare oltre e cercare uno sguardo nuovo sulla realtà che riempie i telegiornali ogni sera.</div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; "> </div><div align="justify" style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris</div></span>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8344462745951937663.post-27928270031815591402011-05-04T03:53:00.000-07:002011-05-04T03:59:48.093-07:00Cani arrabbiati<a href="http://www.cinemami.it/wp-content/uploads/2010/06/cani_arrabbiati.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 350px; height: 500px;" src="http://www.cinemami.it/wp-content/uploads/2010/06/cani_arrabbiati.jpg" border="0" alt="" /></a><br /><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13px; color: rgb(34, 34, 34); line-height: 20px; "><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Una banda di criminali porta a termine una rapina ad un porta valori che consegna gli stipendi in una clinica medica: un centinaio di milioni. Nella disperata fuga lascia dietro di se una lunga scia di sangue e morte. Prende in ostaggio una donna, un uomo e un bambino. Comincia la fuga verso la libertà.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Un road-movie di eccezionale tensione e profondità che sopperisce con un’accurata psicologia dei personaggi alla limitazione narrativa di un film che si svolge per la maggior parte dentro una macchina in movimento. I banditi si dividono in sadici violenti (32 e Bisturi) e in riflessivi, freddi calcolatori (il Dottore). Le vittime sono il bambino, sempre in stato di incoscienza, la donna, nevrotica ed esagitata e l’uomo che conduce la macchina, anche lui calmo e capace di resistere alla situazione. Il caldo torrido, il sudore, il sangue, la suspense e una violenza principalmente psicologica, più che fisica pervadono tutta la pellicola mettendo a dura prova il senso di sopportazione dello spettatore.</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Georgia, serif; line-height: normal; font-size: 16px; "><a href="http://www.cinematografo.it/cinematografo_new/allegati/14814/don_backy.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img src="http://www.cinematografo.it/cinematografo_new/allegati/14814/don_backy.jpg" border="0" alt="" style="cursor: pointer; width: 500px; height: 500px; " /></a></span></p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 0); font-family: Georgia, serif; line-height: normal; font-size: 16px; "><a href="http://www.cinematografo.it/cinematografo_new/allegati/14814/don_backy.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"></a></span>Bava fa il maestro di bravura. Inquadrature particolari e distorte si accoppiano ad altre quasi classiche nel loro taglio. Profondità di campo esasperate fino alla distorsione si accostano a primissimi piani e particolari degli occhi. Il montaggio frenetico e destrutturante si contrappone a sofisticati ralenti. Una fotografia satura e calda incide sull’ atmosfera claustrofobica e soffocante del film.</p><p style="text-align: justify;padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Durante i titoli di testa una lunga carrellata all’ indietro svela a poco a poco la silhouette di una donna che piange sconfortata. Di chi si tratta? Lo si scoprirà solo alla fine con un colpo di teatro che lascerà a bocca aperta i meno smaliziati da questo tipo di pellicole e costringerà lo spettatore a rivalutare l’intera vicenda alla luce della nuova rivelazione.</p><p style="padding-top: 0px; padding-right: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; margin-top: 0px; margin-right: 0px; margin-bottom: 1.5385em; margin-left: 0px; ">Salvatore Floris </p></span></div>Salvatore Florishttp://www.blogger.com/profile/02220016220162879774noreply@blogger.com2