Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2011

La via lattea

Il cammino per Santigo di Compostela è uno dei più antichi e sacri pellegrinaggi della cristianità. Di questo cammino si serve il 69enne Bunuel per imbastire una lezione di ribellione a tutte le regole, sia quelle cinematografiche che quelle religiose. Il suo de-costruire lavora sia dall’interno, nella dinamica narrativa, che dall’esterno, attaccando e capovolgendo i dogmi del cristianesimo. Il film, di per se, è inenarrabile, cioè rifiuta qualsiasi tentativo di sottomettersi ad una trama. L’unica, labile, è il cammino dei due protagonisti, i quali spesso, scompaiono dal racconto che prende altre e impreviste strade. Ma a qualche cosa, seppur evanescente ci si deve aggrappare. Ecco che il loro peregrinare verso Santiago diviene il pretesto per effettuare una cinica, acuta, raffinata e divertente carrellata sulla storia, i dogmi, le eresie e i personaggi della Chiesa. Il film è una successione ininterrotta di occhiolini alla cultura cristiana e ai suoi credo, una narrazione volutamente

Nessuna verità

Roger Ferris è l’uomo della Cia nel Medio Oriente. Parla l’arabo, sa muoversi, adattarsi, tessere velocemente relazioni, ottenere informazioni. Ed Hoffman è il suo supervisore a Washington. Mentre impiega le mani per far salire in macchina i figli o aiutarli a fare pipì, con un telefono senza fili fa la guerra, sacrifica vite umane, salva se può quella del suo compatriota, dal suo punto di vista salva ogni giorno il mondo. Usa le persone e non si fida di nessuno. Ha insegnato ai suoi a fare altrettanto ma Ferris sembra avere qualche scrupolo di coscienza. Soprattutto da quando si è alleato con Hani Salaam, capo dei servizi segreti giordani, per portare allo scoperto Al-Saleem, la mente degli attentati che stanno colpendo l’Europa. L’ultimo film di Scott si presenta come un lavoro sinceramente senza infamia e senza lode. Se da una parte si assiste ad uno spettacolo per gli occhi sotto il punto di vista del montaggio, dell’inquadratura e dei movimenti di macchina, dall’altra si ha, per t

Cani arrabbiati

Una banda di criminali porta a termine una rapina ad un porta valori che consegna gli stipendi in una clinica medica: un centinaio di milioni. Nella disperata fuga lascia dietro di se una lunga scia di sangue e morte. Prende in ostaggio una donna, un uomo e un bambino. Comincia la fuga verso la libertà. Un road-movie di eccezionale tensione e profondità che sopperisce con un’accurata psicologia dei personaggi alla limitazione narrativa di un film che si svolge per la maggior parte dentro una macchina in movimento. I banditi si dividono in sadici violenti (32 e Bisturi) e in riflessivi, freddi calcolatori (il Dottore). Le vittime sono il bambino, sempre in stato di incoscienza, la donna, nevrotica ed esagitata e l’uomo che conduce la macchina, anche lui calmo e capace di resistere alla situazione. Il caldo torrido, il sudore, il sangue, la suspense e una violenza principalmente psicologica, più che fisica pervadono tutta la pellicola mettendo a dura prova il senso di sopportazione dello