La dissoluzione totale del mondo contemporaneo impersonata dal giovane Charles . Nichilismo e autodistruzione si mescolano in un’ opera disperata dove la rabbia stenta a trovare sfogo. Cinicamente Bresson ipotizza con il titolo del suo film che tutto sia colpa di un essere sovrannaturale e maligno che ingabbia l’ uomo fra i suoi inganni. Ma la realtà pare essere quella di un uomo vittima di se stesso e perseguitato dalla sua natura devastatrice. La parabola di un giovane svogliato è quella della società moderna . Bresson non ha limiti di pessimismo. La distruzione abbraccia tutto, persone, cose, natura. Il regista ha voluto profondamente il film, frutto di un suo soggetto e della sua sceneggiatura. Voleva ricordare con un urlo disperato tutto quello che si è perso per strada. Maestria nell’ uso del sonoro come sempre. I passi in una Parigi notturna e desolata, le voci sommesse degli attori, lo sparo che echeggia nel cimitero di Père Lachaise, i rumori della strada, freddi e meccanici, ...