Un regista in forma e ispirato, capace di scavare nelle morbosità dell’animo umano.In un paesino dell’Italia meridionale, inquitenti omicidi si scagliano contro i bambini. La comunità del luogo, impaurita e superstiziosa, sfoga tutta la sua violenza contro una povera mentecatta del posto (Florinda Bolkan), accusata di essere una strega adoratrice del demonio. Solo un testardo giornalista (Tomas Milian) e una disinibita turista (Barbara Bouchet) riusciranno ad andare oltre l’apparenza e scoprire la vera identità del mostro.
Lucio Fulci gira un film importante per la genesi del thriller all’italiana ed ha il merito di non copiare i tratti dei film di Dario Argento, al tempo già troppo inflazionati, ma di cercare una paura e un’inquietudine che partano proprio dall’ambientazione insolita e claustrofobica, dalla realtà permeata di peccato originale di una certa e profonda Italia provinciale.Coraggiosa la scelta di fare dei bambini le prime vittime della violenza che portarono anche a problemi con la censura. Il film ha molti motivi di interesse come la presenza di un Milian garbato e quasi discreto e alcune sequenze divenute cult come quella dell’assasinio della Bolkan sulle note di Quei giorni insieme a te, cantata da Ornella Vanoni. In tv è arduo trovare una versione che non risenta di tagli pesanti.
Per chi ama un pomeriggio di un giorno piovoso e freddo.
NON SI SEVIZIA UN PAPERINO 1972 COL. 110 minuti regia LUCIO FULCI
Salvatore Floris
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