Nei suoi 90 anni di esistenza, Hill House, la dimora dei Crain, si è costruita una sinistra fama. Qui hanno trovato morte violenta le due mogli del proprietario. Vi è invecchiata, senza mai lasciare la camera dei bambini, la figlia Abigail; ed è stata trovata impiccata, suicida, la sua dama di compagnia, che aveva ereditato la magione. Si racconta che strani fenomeni accadano tra le pareti senza angoli retti e gli accessi sbilenchi dell'enorme casa. L'antropologo John Markway, specializzato nello studio del paranormale, elegge il luogo come sede per le sue ricerche. Lo accompagnano come collaboratrici due donne di comprovata iper-sensitività nei confronti del preter-naturale, Eleanor e Theodora, e lo scettico Luke, futuro erede della proprietà.
Il film di Robert Wise è un lavoro di eccezionale fattura sia stilistica che narrativa. Fa certamente da capostipite della maggior parte dei film sui fantasmi e le case demoniache che ancora oggi vediamo nei cinema abitualmente.
L'interesse del film sta nella eccezionale capacità di rimanere in bilico fra l'orrore puro incarnato dalle presenze della casa e dall'orrore psicologico che trasuda dai personaggi. Non tutto potrebbe essere frutto di forze esterne, alcune cose che noi spettatori vediamo potrebbero essere allucinazioni di menti sottoposte ad uno stress insopportabile. Da qui l'abile scelta di far procedere molti snodi della narrazione grazie al flusso di pensiero di Eleonor che sembra la più sensibile alle presenze della casa. Altro grande merito del film è quello di fare della casa stessa non un luogo in cui si svolge l'azione ma uno dei protagonisti della storia stessa. La casa respira, osserva, produce rumori e minaccia costantemente gli occupanti. E' il grande mostro che divora chi la abita. "Mi sento come un canarino inghiottita da un mostro!" esclama Eleonor appena messo piede nella sua stanza a villa Crain. Un passato oscuro e malvagio ne pervade le pareti.
Un uso del sonoro innovativo e di eccezionale efficacia viene fatto per tutto il film sia dal punto di vista della colonna sonora, sia dal punto di vista dei dialoghi sempre freddi e stranianti, tant'è che a volte ci si chiede se i compagni di Eleonor non siano frutto delle sue paranoie.
Ma il fiore all'occhiello è rappresentato dai rumori delle forze malvagie. Scricchiolii, sospiri, voci, lamenti,raschi, colpi cadenzati etc. che si muovono sul soffitto, sulle pareti, sulle porte circondando i protagonisti.
L'uso dello spazio è lineare, essenziale, usa corridoi, scale, angoli bui per trasmettere un senso di smarrimento e di angoscia, il pericolo è sempre in agguato.
La macchina da presa è spesso leggermente sbilenca e traballa, oppure usa gli specchi per deformare e dare una profondità ambigua alla realtà. In questo modo Wise ci permette di immedesimarci perfettamente con il disorientamento e il terrore dei personaggi. La casa non ha quasi angoli retti, è un labirinto in cui ci si perde ed è difficile orientarsi. Una perfetta metafora del cervello e del subconscio umano.
La pellicola è un capolavoro perchè si rifà alle paure ancestrali e fanciullesche senza essere banale, sa inquietare e non spaventare, facendo intuire e non vedere l'orrore. Inoltre riesce a ridare un ritratto profondo dell'animo tormentato della vera e fragile protagonista che è Eleonor.
Ultima osservazione sui movimenti di macchina di rara bellezza e innovazione.
Spesso ci troviamo a vedere in soggettiva tramite un personaggio che sviene o cade vedendo l'inquadratura violentemente sballottata e capovolta. Speso seguiamo dei carrelli sulle scale che osservano il piedi dei personaggi che corrono e si fermano dando un senso di ulteriore angoscia allo spettatore che vede solo una porzione della realtà circostante.
La scena in cui Eleonor guarda verso la torre dove si è impiccata nel passato una badante della famiglia Crain è emblematica. La soggettiva di Eleonor si trasforma nella soggettiva della casa che osserva Eleonor in una totale fusione fra le due "eroine" della storia. Poi la macchina precipita verso Eleonor con un movimento che anticipa di 10 anni il miglior Argento.
Salvatore Floris
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