I loro volti tumefatti e sconfitti si sovrappongono fra la vita e il cinema. Film epico come pochi talmente convincente da sfiorare un neorealismo post moderno. A metà strada fra la parabola del combattente sconfitto alla "Rocky" e una delicata descrizione della vita di un uomo in difficoltà che lotta per non perdere la sua dignità.
La caduta del wrestler Randy "The Ram" Robinson interpretato da Mickey Rourke entra nella storia della recitazione, sovrappone la sua stessa vita a quella del personaggio. La storia di uno sconfitto che vive fra il suo passato di vincente e il presente con tutto il suo banale e insostenibile peso. E’ solo e non ha posto in questa società, l’unica cosa che sa fare è combattere, a costo di tutto e a spese di tutto. The Ram (in inglese Ariete) è un cristo moderno, un agnello sacrificale che vive la sua "passione" ogni incontro sul ring.
La caduta del wrestler Randy "The Ram" Robinson interpretato da Mickey Rourke entra nella storia della recitazione, sovrappone la sua stessa vita a quella del personaggio. La storia di uno sconfitto che vive fra il suo passato di vincente e il presente con tutto il suo banale e insostenibile peso. E’ solo e non ha posto in questa società, l’unica cosa che sa fare è combattere, a costo di tutto e a spese di tutto. The Ram (in inglese Ariete) è un cristo moderno, un agnello sacrificale che vive la sua "passione" ogni incontro sul ring.
Tenta di recuperare sua figlia ed una compagna dopo un infarto per tornare a vivere insieme agli altri e per gli altri. Tenta anche un lavoro comune e banale come quello di commesso in un supermercato. Ma la pressione delle sue sconfitte e della sua incapacità ad essere normale lo porta alla rottura con tutto e all’ultimo suo combattimento nonostante sappia che non ne farà mai altri. Il suo eroismo è talmente grande perché sconosciuto agli altri e il suo ultimo sguardo sarà per uno spazio vuoto, quello che non è mai riuscito a colmare se non nella lotta, nel sangue, nel sudore. Tutto un gioco il wrestling ma fino ad un certo punto. Metafora della vita e della sua stessa finzione. Ma il combattente finge l’estremo. Il personaggio è inquadrato spesso di spalle e con la camera a mano. Una delicatezza del regista all’ex viso da sex symbol di Rourke e alla decadenza dell’ex campione che sbarca il lunario. Come uno che sta sempre entrando dentro un’area con il pubblico che applaude e il ring che aspetta.
Cinico e visionario il film gioca anche carte di sarcasmo geniale, come quando Randy entra nella cella frigorifero sentendo il pubblico, un gesto simile ad un’entrata palazzetto che invece è l’entrata nella banalità della vita.
Salvatore Floris
Rivisto proprio ieri. Ed è proprio la scena dell'ingresso alla cella frigo il totem del film.
RispondiEliminaAnche io volte sento il pubblico mentre varco il portone di via Gramsci.
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