Bava gioca su registri diversi, thriller, gotico e psicoanalitico, riuscendo a miscelarli perfettamente in un film che anticipa i tempi. Si ispira alla letteratura autoriale per ripensarla in chiave tenebrosa e bizzarra, mantenendo una sapiente chiarezza narrativa. La fotografia è come sempre bellissima e calda. La regia pulita, a tratti elegante. L’ episodio più riuscito è quello dei Wurdelak, dove la creazione di un’atmosfera orrorifica e suggestiva è mantenuta alla perfezione sotto tutti gli aspetti dalle scenografie al suono del vento incessante.
Una riflessione sul rapporto amore – morte, bellezza e mostruoso che si intrecciano in storie cupe, misteriose e che non sfigurano davanti ai lavori dei maestri del genere horror – thriller come Hitchcock e Corman. Il finale felliniano lasciò stupiti gli spettatori. Boris Karloff mostra a tutti che il cavallo sul quale cavalca è finto. Imperdibile.
Salvatore Floris
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