Sulla cittadina di Terminus si abbatte un segnale etereo che pare sconvolgere la mente di coloro che lo percepiscono. Gli istinti più violenti esplodono per provocare una furia omicida cieca e implacabile. Solo un ragazzo sembra capace di mantenere la propria lucidità e si aggira per una città spettrale e insanguinata alla ricerca della propria ragazza. Riuscirà a tenere a bada la situazione con la sua mente che barcolla fra realtà e incubo?
La pellicola comincia con un omaggio ai film thriller degli anni ‘ 70 e prosegue per tutta la sua durata con citazioni intelligenti di vari generi cinematografici e film passati. Tutta la durata vede come protagonista il sangue e la violenza con ettolitri di liquido vitale sulle strade, sui parabrezza, sui muri e sul volto degli attori continuamente impegnati ad ammazzare per non essere ammazzati. Non ci si può fidare di nessuno dal momento che la follia arriva da un momento all’altro accendendo la radio e la televisione.
Lo stile della regia è nervoso e fa spesso uso della macchina a mano e dell’ hard cut per scuotere lo schermo. Il ritmo e l’atmosfera prendono il meglio delle invenzioni di Raimi miscelando la vena horror con lo scherzo, il comico, lo sberleffo ed il grottesco. Geniale il modo in cui la pellicola riesce a far entrare lo spettatore nell’incubo stesso dei personaggi riuscendo a far prendere il punto di vista di ognuno dei protagonisti.
Neppure chi guarda riesce pienamente a distinguere cosa sia reale e cosa invece non lo sia.
Un piccolo gioiello sperimentale
Salvatore Floris
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