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Macchie solari

Macchie solari è un buon giallo perchè riesce a mantenere un buon livello di suspence per tutta la sua durata. Tecnicamente ben girato sotto tutti i punti di vista langue solo nella trama che presenta numerosi snodi mal riusciti e frettolosamente svolti.

Una Roma soffocata dal sole di Agosto assiste ad una serie impressionante si suicidi. Ma quando una ragazza viene trovata morta su una spiaggia suo fratello, prima leggenda dell’automobilismo e poi prete (sic!) stretto dal rimorso per un incidente mortale da lui provocato durante una gara, non crede alla versione ufficiale dei fatti e comincia ad indagare. La sua storia si intreccerà con quella di una ragazza che sta prendendo la specializzazione sulla differenza fra un vero suicidio ed uno simulato, suo padre arrivato ed importante antiquario e un giovane di ricca famiglia, fotografo e dandy. La loro storia porterà a una serie di omicidi sempre più efferati fino alla soluzione finale che porterà alla luce una torbida storia di ricatti e eredità.

Le parti migliori sono quelle che si svolgono all’interno dell’obitorio dove la necrofilia ed il disfacimento del corpo sono presentati in modo crudo e quotidiano. La figura della ragazza è ambigua, la sua frigidità viene presentata come una strana turba psichica. La bravura del regista sta proprio nel suo essere capcace di non creare troppi sospetti e di mantenere il mistero fino alla fine non solo sull’assassino ma anche sulle motivazioni dello stesso. Fino alla scena finale dove c’è una bellissima incomprensione nella quale la vittima si crede al sicuro con il proprio aguzzino ed in pericolo con chi veramente la ama.

Macchie solari si riferisce all’influenza che possono avere le emissioni di energia del sole sulla nostra psiche. Una menzione va fatta per la splendida colonna sonora di Ennio Morricone.

Salvatore Floris

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